Luigi Lilio nacque a Cirò nel 1510 e ivi morì nel 1576. Si rese immortale progettando la riforma del calendario, una rivoluzione ADOTTATA DA TUTTO IL MONDO, eseguita nel 1582 sotto il Pontefice Gregorio XIII. Ma chiaramente pochi lo sanno, perchè i libri di storia parlano di Gregorio XIII e non di Lilio. Lilio si pose il problema astronomico-confessionale quando il Consiglio di Nicea stabilì che la Pasqua sarebbe stata celebrata la prima domenica dopo il plenilunio di primavera. Dai suoi calcoli l'anno risultò essere di 365 gg 5 ore 49 min e 12 secondi. Dovette correggere la data e dal 4 ottobre si passò al 15.
In generale la semplicissima regola delle intercalazioni adottata dalla riforma liliana è la seguente: ogni anno non divisibile per quattro sarà anno comune di 365 giorni e sarà bisestile di 366 giorni se il suo numero è divisibile per quattro. Fanno eccezione alla regola gli anni secolari i quali, benché abbiano il numero divisibile per quattro, non sono bisestili. Per essi si adotta una regola simile, ovvero: ogni anno secolare il cui numero del secolo, non considerando i due zeri, non sia divisibile per quattro sarà comune; sarà bisestile se è divisibile per quattro. Per evitare dunque che si producessero accumuli di errori futuri, fu decretato che si cancellassero 3 giorni ogni 400 anni, mantenendo la regola giuliana dell’introduzione di un anno bisestile ogni 4 anni, ma gli anni secolari, che nel calendario giuliano erano tutti bisestili, divennero comuni tranne quelli divisibili per quattro, che rimasero bisestili. Seguendo queste indicazioni, sono stati bisestili per esempio gli anni 1980, 1984; non sono stati e non saranno bisestili gli anni 1800, 1900, 2200 etc.; sono stati e saranno bisestili gli anni 1600, 2000, 2400, 2800 etc.
In quanto allo spostamento dell’equinozio di primavera dovuto al calendario giuliano, Lilio, per recuperare i giorni perduti e per ricondurre l’equinozio di primavera alla data del 21 marzo, propose di eliminare dal calendario dieci giorni; questa correzione poteva essere apportata fin dall’inizio dell’adozione del nuovo calendario o gradualmente nel periodo compreso tra il 1584 e il 1620. Entrambe le soluzioni sono riportate nel Compendium. Fu Clavio, sulla base delle proposte di Lilio, a suggerire di passare dal 4 al 15 ottobre 1582. Le correzioni di Lilio non sono limitate alla sincronizzazione dell’anno civile con l’anno astronomico di quel tempo, bensì i suoi calcoli offrono un potentissimo strumento che permette di adattare il suo calendario a qualsiasi variazione dell’anno tropico. Risolto il problema dell’anno calendaristico, non così semplice era il rimedio di correggere l’altro errore del calendario che consisteva nella retrodatazione dei noviluni. È la parte più interessante della riforma perché lo scopo fondamentale dei riformatori era che, nello stabilire l’epoca della Pasqua, non venisse tradita l’intenzione dei padri niceni, cioè che la Pasqua cristiana si celebrasse nella prima domenica dopo il plenilunio che seguiva l’equinozio di primavera.
Lilio pensò di rivedere il ciclo Metonico ed elaborò un metodo per evitare che le lunazioni scivolassero di un giorno ogni 312,5 anni. Mediante due equazioni (solare e lunare) propone un originale ed efficace ciclo delle epatte che permette di stabilire la data della Pasqua di qualsiasi anno nel corso dei secoli. In breve, con la riforma liliana furono eliminati dieci giorni dal calendario giuliano e solo gli anni secolari divisibili per quattro rimasero bisestili. Il ciclo Metonico per la determinazione della Pasqua venne invece sostituito con il ciclo delle epatte.
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