"Donnarumma? Non posso nascondere il dispiacere per questo epilogo. Se lui si trovava bene al Milan, il club che lo ha fatto crescere e lo ha valorizzato, doveva restare.
Nella vita esiste anche il senso di riconoscenza nei confronti di chi ti ha dato una possibilità importante e questa era l’occasione per dimostrarlo.
Inoltre, cosa che non va dimenticata, il club gli aveva proposto un contratto ricco. Quindi mi chiedo: perché andare via? Perché forzare la situazione? Ci sono esempi, restando nel mondo del Milan, che sono abbastanza significativi. Parlo dei casi di Shevchenko e di Kakà. Il primo, per i soldi, decise di andarsene al Chelsea. Il secondo, sempre per una questione economica, scelse il Real Madrid. Entrambi fallirono. Andare via da un posto dove sei amato è sempre un rischio.
Io, francamente, non capisco come si possa lasciare il certo per l’incerto in nome del denaro.
Pensavo che Donnarumma scegliesse pensando più alla felicità personale che al portafoglio.
Gli auguro il meglio, ci mancherebbe altro., però, se avesse fatto un’altra scelta, e cioè se avesse deciso di restare, avrebbe fatto un salto di qualità come persona: avrebbe dimostrato di non essere condizionato dal vil denaro."
ARRIGO SACCHI
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