non troppo spesso ci si domanda quand'è che l'uomo iniziò a scrivere , quand'è che sentì la necessita di trasporre su un qualcosa di solido una testimonianza di se stesso, una testimonianza interpretabili da altri suoi simili che resistesse nel tempo ,oltre la sua stessa esistenza, un modo di interagire con altrui esseri vicini ma anche lontani sia geograficamente che temporalmente di condividere in linguaggio non solo orale ai suoi simili, un qualcosa attraverso la condivisone della quale molti altri avrebbero saputo cosa egli stesso voleva fargli sapere/ condividere etc etc
la risposta vera non si sa ma c'è chi dice che la prima forma di scrittura di cui abbiamo certezza sia quella che appare in alcune tavolette ritrovate in Tartaria terra che oggi chiamiamo Romania, se questo corrisponda a verità o no non lo sappiamo però in molti credono che sia proprio così , certo poi nel tempo a seguire la scrittura ebbe inizio e pian piano divento un qualcosa di comune fino a diventare una forma di divulgazione molto popolare, fino a diventare di uso comune presso tutti i popoli del mondo anche se in lingue molto differenti una dall'altra
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ora prima di andare oltre ed arrivare al punto che tratta delle tavolette di Tartaria etc pubblichiamo uno scritto raro che così facendo diventa meno raro di sicuro
la storia mai raccontata che pare sia una mezza fola quasi come quella delle tavole di Tartaria
racconta il libro di Madruk ( di chi ? ) che inizialmente fu un girovago mezzo artistoide. nel senso che quando incontrava villaggi o altro si esibiva in vari numeri ove racimolare qualcosa da mangiare o qualche cos'altro , ad iniziare per primo un qualcosa di simile alla scrittura, praticamente egli mentre si trovava nella città di Ansedonia, fiorente cittadina di quella che oggi è la Toscana, gli succedeva spesso durante i suoi spettacoli o nei suoi camminamenti di andare a picchiare contro qualcosa che lì da sempre si trovava ma che lui non vedeva in tempo oppure aveva visto ma di cui non aveva preso bene le misure, ciò gli causava numerosi dolori e ferimenti sparsi un po in tutto il corpo cosicché escogito un metodo attraverso il quale limitare di un buon numero, se non del tutto, 'sti botti ".
il girovago mise qualche passo avanti ad ogni ostacolo contro cui picchiava il capo o alte parti del corpo, alcuni cartelli in legno ( o altro materiale) rinvenuto casualmente, in cui incideva dei segni susseguenti, alcuni erano dei disegni ma altri eran dei veri e propri segni molto simili ad una simil scrittura odierna, ora questi segni si ripetevano similmente in vari cartelli e quando la gente del posto gli chiedeva cosa 'sti segni significassero l'uomo spiegava loro ciò che essi volevano sapere .......
ora vi erano dei segni che significavano " attenzione pericolo di ferita" , attenzione presenza abbondante di escrementi animali e umani,etc altri il dove il pericolo sussisteva , altri il quanto o quanti , poi la direzione etc etc . alcuni erano simili ai cartelli stradali odierni altri erano delle specie di linee strane semi attaccate insomma siccome il tipo con questo metodo riusciva a limitare i danni, i capocciamenti, gli scivolamenti etc, l'uso di 'sti strani scritti si diffuse fra la gente di quella città che, imparato il metodo, iniziarono ad usarli in maniera identica a chi il metodo l'aveva escogitato
ora come detto 'sto girovago girovagava in lungo ed in largo e ovunque andasse ripeteva il sistema di segnalazioni scritte da lui inventato e dovunque andasse veniva interrogato sul perché , il cosa . il significato etc di tali strani segni ; egli ogni volta rispondeva a tutti i quesiti ed ogni volta la gente dei luoghi si appropriava del suo sistema, questo andò avanti per molto tempo finché il girovago arrivo in un luogo in cui nessuno gli chiese nulla anzi nessuno lo cagò neanche di striscio , anzi qualcuno lo derubò e alle sue rimostranze dapprima lo pistò per bene riducendolo similmente ad un pomo cotto poi con ,l'andar del tempo, arrivò insin all'eliminarlo fisicamente dapprima uccidendolo in varie metodologie e da poi dandogli fuoco tramutandolo .così facendo.in polvere color tra il nero, nero-tendente.al.grigio , terra di Siena, sabbia etc , insomma rendendolo irriconoscibili ai più
... l'artistoide inconsapevolmente era capitato tra i bruti ,gli ignoranti, i barbari, i proto-ominidi etc , gente cui nulla importava se non il predominio e quindi la sconfitta dei popoli a loro limitrofi, la violenza fine a se stessa come dimostrazione di potenza personale e via così discorrendo .. per questo una volta lì egli non pose attenzione a chi o cosa lo circondava , non si curò di chi avesse intorno e perché continuando ad essere quello di sempre vivendo della sua arte, trovando in tal modo la sua tragica fine ...
per questo quell'arcaica forma di scrittura scomparì anzitempo, per questo il nome ed il ricordo di quel girovago sparì dal ricordo di chi gli sopravvisse , tutti avevano altro da pensare , tutti avevano altro da fare , tutti avevano ben altro da preoccuparsi. tutti meno che uno .... il quale tramandò quanto apprese dal quel girovago ai propri figli e poi ai figli dei propri figli e questi ai loro figli , nepoti etc etc che seguirono cosicché molto tempo dopo quell'antico metodo di interagire risorse e pian piano divenne una lingua che pian piano divenne sempre più popolare fino a che divenne una lingua ufficiale di un popolo grande che abitava quello che nel tempo dapprima divenne l'impero Romano ed oggi è L'ITALIA , ancora oggi non è noto il nome di quel girovago e probabilmente mai lo si saprà, di lui si sa solo che era un San Frissì anche se non è dato sapersi cosa ciò comporti o significhi dato che ad oggi niente è noto di quanto questo appellativo nascondi , se si sia trattato cioè di una razza, d una coalizione di più persone , di una tribù, di un rango della società o di un qualcosa di completamente ignoto oppure un falso storico spacciato per verità
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ma vediamo ora di saperne qualcosa di più attraverso quanto il web ci propone di quanto inizialmente scritto......
Le tavolette di Tartaria (circa 5.300 a.C., attuale Romania), è la prima forma conosciuta di scrittura?
Le tavolette di Tartaria sono tre tavolette, scoperte nel 1961 dall'archeologo Nicolae Vlassa in un sito neolitico nel villaggio di Tartaria (datati a circa 5.300 a.C.). Ciò significa, che sono circa 2.000 (!) anni più vecchie delle tavolette sumere di argilla (circa 3.300 a.C.).
I simboli di Vinča, recano simboli incisi e sono stati oggetto di notevoli controversie tra gli archeologi. Alcuni dei quali sostengono che i simboli rappresentano la prima forma conosciuta di scrittura nel mondo.
Motivi simili sono stati trovati in vasi scavati a Gradeshnitsa in Bulgaria, Vinča in Serbia e una serie di altri siti sparsi nei Balcani meridionali.
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Tavolette di Tartaria: il sistema di scrittura più antico del mondo, nato in Europa
Le tavolette di Tartaria: la scrittura più antica del mondo? Pare proprio di sì. Siamo di fronte a qualcosa di sensazionale che riscrive – scusate il gioco di parole – la storia della scrittura. Fino a poco tempo fa si pensava che il sistema più antico di scrittura fosse quello di Sumer, poi i reperti trovati nell’Alto Egitto dal professor Günter Dreyer hanno dimostrato che ancor prima ne esisteva uno egizio. Ma anche questa teoria adesso è sorpassata, dopo che le nuove analisi hanno rivalutato l’importanza delle tavolette di Tartaria.
Ora il primato spetta alla Vecchia Europa, vale a dire alla cultura del Danubio. Le tavolette furono scoperte già nel 1961 in Romania, appunto nel sito di Tartaria (Turda), in Transilvania, nella valle del Mures. Ma le prime analisi al carbonio 14, eseguite negli anni Sessanta, le datarono nel III millennio e sembrò quindi che fossero più “giovani” dei reperti con scrittura sumera. Inoltre la somiglianza di alcuni segni tracciati sulle tavolette di Tartaria con alcuni simboli della fase pittografica (e quindi più antica) del sistema sumero portò gli studiosi a postulare una parentela fra le due scritture.
Tartaria/Turda in Romania nella valle del Mures, in provincia di Alba. Qui sono state trovate le tavolette con la scrittura più antica del mondo.
Alcuni archeologi ipotizzarono che della gente della Mesopotamia si fosse recata nell’area danubiana in cerca di giacimenti metalliferi.
Sappiamo, infatti, che proprio in questa zona della Transilvania sono state scoperte le tracce più antiche di lavorazione del rame (VI millennio a.C.). Così le due culture lontane e differenti sarebbero entrate in contatto.
I Sumeri avrebbero esportato il loro sistema arcaico pittografico nella Vecchia Europa. Questa la tesi di allora, che però iniziò a vacillare quando non si riuscirono a decifrare le tavolette di Tartaria servendosi dei pittogrammi sumeri. Oggi l’evidenza ha messo sottosopra la teoria del passato. Il primato passa alle tavolette di Tartaria che, a quanto pare, sono il risultato di uno sviluppo molto più antico e del tutto indipendente da quello sumero.
Le ultime analisi al C 14 eseguite all’inizio del 2000 e calibrate con l’ausilio della dendrocronologia hanno dimostrato che le tavolette di Tartaria risalgono a un periodo che si estende dal 5370 al 5140 a.C.. Sono più vecchie del sistema di scrittura sumero di circa 2000 anni.
Molto interessante è poi il fatto che le tavolette danubiane siano state trovate in una fossa funeraria tutta particolare, insieme con altri oggetti e con dei resti di ossa carbonizzate.
Particolare perché? Perché le ossa appartenevano a una donna di circa 50 anni che soffriva di artrite e però, come ipotizza Haarmann, doveva essere una persona molto influente della comunità agricola, probabilmente una sciamana. Le tavolette farebbero parte, quindi, di un suo corredo magico-religioso e potrebbero contenere delle formule sacre. Ancora una volta viene confermata l’importanza della donna nella società della Vecchia Europa.
SEGNI DI SCRITTURA DAPPERTUTTO, DALLE STATUETTE SACRE AL VASELLAME DI USO QUOTIDIANO
Ma non dobbiamo certo pensare che le uniche tracce del sistema di scrittura del Danubio siano quelle impresse sulle tavolette di Tartaria. Ciò non basterebbe a conferire a tali simboli un valore linguistico. I segni tracciati sui reperti di terracotta trovati n Transilvania non sono un fenomeno isolato. Appaiono su gran parte dell’oggettistica della cultura Vinca: statuette, vasi, boccali, ciotole, modellini di altari, altri utensili di uso domestico.
A chi replica che potrebbero essere semplici ornamenti privi di significato, il linguista Harald Haarmann risponde con un’obiezione categorica:
“Il modo in cui sono state applicate le iscrizioni sulle statuette si differenzia chiaramente dall’ordine delle decorazioni o dei motivi ornamentali. La decorazione ornamentale è caratterizzata da una rigida simmetria, mentre la collocazione di segni di scrittura che esprimano parole non soggiace a nessun principio di simmetria, la sequenza dei segni si orienta in base al contenuto dell’informazione e non alle norme estetiche di motivi ornamentali.”(Geschichte der Sintflut, pagg. 95-96)
Tant’è vero che quattro anni fa il professor Haarmann ha scritto anche un saggio sull’introduzione alla scrittura della cultura danubiana la quale, a suo avviso, presenta due categorie ben evidenti di segni: simboli di carattere pittografico e simboli astratti. Quelli di carattere pittografico raffigurano oggetti animati e inanimati legati alla vita quotidiana della comunità, come parti del corpo umano e animale, piante, utensili, strutture architettoniche, elementi della natura come acqua o sole. I simboli astratti, che costituiscono anche la maggior parte dei segni di scrittura danubiani, si basano in prevalenza sui segni a “v” che sono soggetti a variazioni per mezzo di strisce e punti.
I simboli non sono pochi: stiamo parlando di un sistema di scrittura con più di 230 segni.
makethumb400
Tavoletta di Tartaria con i segni di scrittura più antica che risalgono al VI millennio a.C.
Inoltre più di 1500 iscrizioni sono state identificate sui numerosi reperti della Vecchia Europa. È interessante il fatto che alcuni tipi di segno sembrino corrispondere a una collocazione particolare su certi tipi di oggetti: per esempio, i simboli con una certa forma appaiono sempre e soltanto sul fondo di contenitori, altri invece sul bordo degli stessi, altri ancora si trovano esclusivamente sulle statuette femminili.
Dunque il materiale di studio non manca.
Sabina Marineo
fonte e continuazione http://storia-controstoria.org/antiche-culture/tavolette-di-tartaria-la-scrittura-piu-antica-del-mondo/
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vedi anche
http://it.wikipedia.org/wiki/Tavolette_di_T%C4%83rt%C4%83ria
www.prehistory.it/ftp/book/introduzione.htm
https://alienifranoi.wordpress.com/2012/06/30/3074/
http://spazioinwind.libero.it/uaarverona/5500/5500.htm
http://it.cultura.classica.narkive.com/3QKDlUSR/tavolette-di-tartaria
http://multescatola.com/biblioteca/economia-e-finanze/tavolette-di-tartaria.php
http://xoomer.virgilio.it/nnikef/livello2/scrittura-sumerica.htm
http://www.grafopsicoanalisi.it/storia.htm
la risposta vera non si sa ma c'è chi dice che la prima forma di scrittura di cui abbiamo certezza sia quella che appare in alcune tavolette ritrovate in Tartaria terra che oggi chiamiamo Romania, se questo corrisponda a verità o no non lo sappiamo però in molti credono che sia proprio così , certo poi nel tempo a seguire la scrittura ebbe inizio e pian piano divento un qualcosa di comune fino a diventare una forma di divulgazione molto popolare, fino a diventare di uso comune presso tutti i popoli del mondo anche se in lingue molto differenti una dall'altra
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ora prima di andare oltre ed arrivare al punto che tratta delle tavolette di Tartaria etc pubblichiamo uno scritto raro che così facendo diventa meno raro di sicuro
la storia mai raccontata che pare sia una mezza fola quasi come quella delle tavole di Tartaria
racconta il libro di Madruk ( di chi ? ) che inizialmente fu un girovago mezzo artistoide. nel senso che quando incontrava villaggi o altro si esibiva in vari numeri ove racimolare qualcosa da mangiare o qualche cos'altro , ad iniziare per primo un qualcosa di simile alla scrittura, praticamente egli mentre si trovava nella città di Ansedonia, fiorente cittadina di quella che oggi è la Toscana, gli succedeva spesso durante i suoi spettacoli o nei suoi camminamenti di andare a picchiare contro qualcosa che lì da sempre si trovava ma che lui non vedeva in tempo oppure aveva visto ma di cui non aveva preso bene le misure, ciò gli causava numerosi dolori e ferimenti sparsi un po in tutto il corpo cosicché escogito un metodo attraverso il quale limitare di un buon numero, se non del tutto, 'sti botti ".
il girovago mise qualche passo avanti ad ogni ostacolo contro cui picchiava il capo o alte parti del corpo, alcuni cartelli in legno ( o altro materiale) rinvenuto casualmente, in cui incideva dei segni susseguenti, alcuni erano dei disegni ma altri eran dei veri e propri segni molto simili ad una simil scrittura odierna, ora questi segni si ripetevano similmente in vari cartelli e quando la gente del posto gli chiedeva cosa 'sti segni significassero l'uomo spiegava loro ciò che essi volevano sapere .......
ora vi erano dei segni che significavano " attenzione pericolo di ferita" , attenzione presenza abbondante di escrementi animali e umani,etc altri il dove il pericolo sussisteva , altri il quanto o quanti , poi la direzione etc etc . alcuni erano simili ai cartelli stradali odierni altri erano delle specie di linee strane semi attaccate insomma siccome il tipo con questo metodo riusciva a limitare i danni, i capocciamenti, gli scivolamenti etc, l'uso di 'sti strani scritti si diffuse fra la gente di quella città che, imparato il metodo, iniziarono ad usarli in maniera identica a chi il metodo l'aveva escogitato
ora come detto 'sto girovago girovagava in lungo ed in largo e ovunque andasse ripeteva il sistema di segnalazioni scritte da lui inventato e dovunque andasse veniva interrogato sul perché , il cosa . il significato etc di tali strani segni ; egli ogni volta rispondeva a tutti i quesiti ed ogni volta la gente dei luoghi si appropriava del suo sistema, questo andò avanti per molto tempo finché il girovago arrivo in un luogo in cui nessuno gli chiese nulla anzi nessuno lo cagò neanche di striscio , anzi qualcuno lo derubò e alle sue rimostranze dapprima lo pistò per bene riducendolo similmente ad un pomo cotto poi con ,l'andar del tempo, arrivò insin all'eliminarlo fisicamente dapprima uccidendolo in varie metodologie e da poi dandogli fuoco tramutandolo .così facendo.in polvere color tra il nero, nero-tendente.al.grigio , terra di Siena, sabbia etc , insomma rendendolo irriconoscibili ai più
... l'artistoide inconsapevolmente era capitato tra i bruti ,gli ignoranti, i barbari, i proto-ominidi etc , gente cui nulla importava se non il predominio e quindi la sconfitta dei popoli a loro limitrofi, la violenza fine a se stessa come dimostrazione di potenza personale e via così discorrendo .. per questo una volta lì egli non pose attenzione a chi o cosa lo circondava , non si curò di chi avesse intorno e perché continuando ad essere quello di sempre vivendo della sua arte, trovando in tal modo la sua tragica fine ...
per questo quell'arcaica forma di scrittura scomparì anzitempo, per questo il nome ed il ricordo di quel girovago sparì dal ricordo di chi gli sopravvisse , tutti avevano altro da pensare , tutti avevano altro da fare , tutti avevano ben altro da preoccuparsi. tutti meno che uno .... il quale tramandò quanto apprese dal quel girovago ai propri figli e poi ai figli dei propri figli e questi ai loro figli , nepoti etc etc che seguirono cosicché molto tempo dopo quell'antico metodo di interagire risorse e pian piano divenne una lingua che pian piano divenne sempre più popolare fino a che divenne una lingua ufficiale di un popolo grande che abitava quello che nel tempo dapprima divenne l'impero Romano ed oggi è L'ITALIA , ancora oggi non è noto il nome di quel girovago e probabilmente mai lo si saprà, di lui si sa solo che era un San Frissì anche se non è dato sapersi cosa ciò comporti o significhi dato che ad oggi niente è noto di quanto questo appellativo nascondi , se si sia trattato cioè di una razza, d una coalizione di più persone , di una tribù, di un rango della società o di un qualcosa di completamente ignoto oppure un falso storico spacciato per verità
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ma vediamo ora di saperne qualcosa di più attraverso quanto il web ci propone di quanto inizialmente scritto......
Le tavolette di Tartaria (circa 5.300 a.C., attuale Romania), è la prima forma conosciuta di scrittura?
I simboli di Vinča, recano simboli incisi e sono stati oggetto di notevoli controversie tra gli archeologi. Alcuni dei quali sostengono che i simboli rappresentano la prima forma conosciuta di scrittura nel mondo.
Motivi simili sono stati trovati in vasi scavati a Gradeshnitsa in Bulgaria, Vinča in Serbia e una serie di altri siti sparsi nei Balcani meridionali.
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Tavolette di Tartaria: il sistema di scrittura più antico del mondo, nato in Europa
Le tavolette di Tartaria: la scrittura più antica del mondo? Pare proprio di sì. Siamo di fronte a qualcosa di sensazionale che riscrive – scusate il gioco di parole – la storia della scrittura. Fino a poco tempo fa si pensava che il sistema più antico di scrittura fosse quello di Sumer, poi i reperti trovati nell’Alto Egitto dal professor Günter Dreyer hanno dimostrato che ancor prima ne esisteva uno egizio. Ma anche questa teoria adesso è sorpassata, dopo che le nuove analisi hanno rivalutato l’importanza delle tavolette di Tartaria.
Ora il primato spetta alla Vecchia Europa, vale a dire alla cultura del Danubio. Le tavolette furono scoperte già nel 1961 in Romania, appunto nel sito di Tartaria (Turda), in Transilvania, nella valle del Mures. Ma le prime analisi al carbonio 14, eseguite negli anni Sessanta, le datarono nel III millennio e sembrò quindi che fossero più “giovani” dei reperti con scrittura sumera. Inoltre la somiglianza di alcuni segni tracciati sulle tavolette di Tartaria con alcuni simboli della fase pittografica (e quindi più antica) del sistema sumero portò gli studiosi a postulare una parentela fra le due scritture.
Tartaria/Turda in Romania nella valle del Mures, in provincia di Alba. Qui sono state trovate le tavolette con la scrittura più antica del mondo.
Alcuni archeologi ipotizzarono che della gente della Mesopotamia si fosse recata nell’area danubiana in cerca di giacimenti metalliferi.
Sappiamo, infatti, che proprio in questa zona della Transilvania sono state scoperte le tracce più antiche di lavorazione del rame (VI millennio a.C.). Così le due culture lontane e differenti sarebbero entrate in contatto.
I Sumeri avrebbero esportato il loro sistema arcaico pittografico nella Vecchia Europa. Questa la tesi di allora, che però iniziò a vacillare quando non si riuscirono a decifrare le tavolette di Tartaria servendosi dei pittogrammi sumeri. Oggi l’evidenza ha messo sottosopra la teoria del passato. Il primato passa alle tavolette di Tartaria che, a quanto pare, sono il risultato di uno sviluppo molto più antico e del tutto indipendente da quello sumero.
Le ultime analisi al C 14 eseguite all’inizio del 2000 e calibrate con l’ausilio della dendrocronologia hanno dimostrato che le tavolette di Tartaria risalgono a un periodo che si estende dal 5370 al 5140 a.C.. Sono più vecchie del sistema di scrittura sumero di circa 2000 anni.
Molto interessante è poi il fatto che le tavolette danubiane siano state trovate in una fossa funeraria tutta particolare, insieme con altri oggetti e con dei resti di ossa carbonizzate.
Particolare perché? Perché le ossa appartenevano a una donna di circa 50 anni che soffriva di artrite e però, come ipotizza Haarmann, doveva essere una persona molto influente della comunità agricola, probabilmente una sciamana. Le tavolette farebbero parte, quindi, di un suo corredo magico-religioso e potrebbero contenere delle formule sacre. Ancora una volta viene confermata l’importanza della donna nella società della Vecchia Europa.
SEGNI DI SCRITTURA DAPPERTUTTO, DALLE STATUETTE SACRE AL VASELLAME DI USO QUOTIDIANO
Ma non dobbiamo certo pensare che le uniche tracce del sistema di scrittura del Danubio siano quelle impresse sulle tavolette di Tartaria. Ciò non basterebbe a conferire a tali simboli un valore linguistico. I segni tracciati sui reperti di terracotta trovati n Transilvania non sono un fenomeno isolato. Appaiono su gran parte dell’oggettistica della cultura Vinca: statuette, vasi, boccali, ciotole, modellini di altari, altri utensili di uso domestico.
A chi replica che potrebbero essere semplici ornamenti privi di significato, il linguista Harald Haarmann risponde con un’obiezione categorica:
“Il modo in cui sono state applicate le iscrizioni sulle statuette si differenzia chiaramente dall’ordine delle decorazioni o dei motivi ornamentali. La decorazione ornamentale è caratterizzata da una rigida simmetria, mentre la collocazione di segni di scrittura che esprimano parole non soggiace a nessun principio di simmetria, la sequenza dei segni si orienta in base al contenuto dell’informazione e non alle norme estetiche di motivi ornamentali.”(Geschichte der Sintflut, pagg. 95-96)
Tant’è vero che quattro anni fa il professor Haarmann ha scritto anche un saggio sull’introduzione alla scrittura della cultura danubiana la quale, a suo avviso, presenta due categorie ben evidenti di segni: simboli di carattere pittografico e simboli astratti. Quelli di carattere pittografico raffigurano oggetti animati e inanimati legati alla vita quotidiana della comunità, come parti del corpo umano e animale, piante, utensili, strutture architettoniche, elementi della natura come acqua o sole. I simboli astratti, che costituiscono anche la maggior parte dei segni di scrittura danubiani, si basano in prevalenza sui segni a “v” che sono soggetti a variazioni per mezzo di strisce e punti.
I simboli non sono pochi: stiamo parlando di un sistema di scrittura con più di 230 segni.
makethumb400
Tavoletta di Tartaria con i segni di scrittura più antica che risalgono al VI millennio a.C.
Inoltre più di 1500 iscrizioni sono state identificate sui numerosi reperti della Vecchia Europa. È interessante il fatto che alcuni tipi di segno sembrino corrispondere a una collocazione particolare su certi tipi di oggetti: per esempio, i simboli con una certa forma appaiono sempre e soltanto sul fondo di contenitori, altri invece sul bordo degli stessi, altri ancora si trovano esclusivamente sulle statuette femminili.
Dunque il materiale di studio non manca.
Sabina Marineo
fonte e continuazione http://storia-controstoria.org/antiche-culture/tavolette-di-tartaria-la-scrittura-piu-antica-del-mondo/
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vedi anche
http://it.wikipedia.org/wiki/Tavolette_di_T%C4%83rt%C4%83ria
www.prehistory.it/ftp/book/introduzione.htm
https://alienifranoi.wordpress.com/2012/06/30/3074/
http://spazioinwind.libero.it/uaarverona/5500/5500.htm
http://it.cultura.classica.narkive.com/3QKDlUSR/tavolette-di-tartaria
http://multescatola.com/biblioteca/economia-e-finanze/tavolette-di-tartaria.php
http://xoomer.virgilio.it/nnikef/livello2/scrittura-sumerica.htm
http://www.grafopsicoanalisi.it/storia.htm
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