Nota anche come The Stone of Scone, The Coronation Stone, Il cuscino di Giacobbe o Tanist Stone, il suo nome Gaelico Lia Fáil "la pietra che parla" ne suggerisce la funzione: si tratta della pietra che avrebbe dettato il nome di colui il quale sarebbe diventato re di Scozia.
Cambray nel suo “Monuments Celtiques” narra di aver visto la pietra da vicino e di aver letto la seguente iscrizione: “Ni fallat fatum, Scoti quocumque locatum Invenient lapidiem, regnasse tenetur ibidem”: “Se il destino lo vorrà, ovunque verrà ritrovata questa pietra, si saprà che gli Scozzesi sono stati Re”. Di quella iscrizione, però, non rimane traccia.
La leggenda più nota la vuole come il cuscino di Giacobbe narrato nella Bibbia. In realtà non si hanno notizie certe. Si dice che la pietra venne trasportata dalla Terra Santa ad opera di Gathelus, attraverso la Siria e l’Egitto. Lì, dietro consiglio di Mosè, Gathelus risalì il Nilo per sfuggire alla peste, raggiunendo la Sicilia e poi la Spagna, arrivando fino in Irlanda dove lo stesso San Patrizio benedisse la pietra prima che venisse usata come luogo per le incoronazioni dei re Irlandesi. Alcune leggende vogliono che questa pietra fosse in realtà l’altare itinerante di San Colombano.
Un’altra leggenda sostiene che la pietra non lasciò mai l’Irlanda e che si trattava originariamente di un blocco di marmo intarsiato con scritte in oro.
È molto probabile tuttavia che la pietra sia stata veramente utilizzata nelle incoronazioni dei re Irlandesi del Regno di Dalriada, dal 400 a.C. fino all’850 a.C. quando Kenneth I, il 39esimo re di Dalriada spostò la capitale dall’Irlanda a Scone, nel Perthshire, Scozia. Una volta giunta sul suolo scozzese, la pietra venne spostata ancora diverse volte, fu portata a Iona, poi a Dunadd nello Dunstaffnage e infine ancora a Scone Palace, Moot Hill, dove ancora oggi una perfetta riproduzione ricorda le antiche cerimonie reali.
L’ultimo ad essere incoronato re di Scozia sulla Pietra del Destino fu John Balliol, nel 1292. Nel 1296, infatti, Edward I la portò via con sè a Westminster Abbey, a Londra, come bottino di guerra. Per 700 anni, la pietra rimase sotto un trono di legno, la cosidetta St. Edward’s Chair, sul quale venivano incoronati i re inglesi. Questo gesto ha una forte connotazione di sottomissione.
In realtà nessuno sa se Edward I portò via la vera pietra. Si dice che i monaci di Scone nascosero l’originale nel fiume Tay o sotto la collina di Dunsinane, ma gli scavi finora non hanno rinvenuto nulla. Un’altra leggenda vuole che la pietra sia finita nelle mani dei Templari, ma anche questa diceria non ha trovato riscontro. I Nazionalisti Scozzesi narrano, con grande soddisfazione che la pietra rubata da Edward I non fosse altro che un copri cisterna: ciò significherebbe che tutti i re incoronati dal 1308 erano seduti su un tappo!
Nel 1328, durante i colloquii di pace tra il Regno di Scozia e il Regno di Inghilterra, Edward III stabilì che la pietra dovesse essere restituita, tuttavia gli inglesi non fecero mai realmente nulla per riportarla sul suolo Scozzese. Un tentativo di riappropiarsi della pietra fu messo in atto da quattro studenti scozzesi, Ian Hamilton, Gavin Vernon, Kay Matheson e Alan Stuart, I quali cercarono di rubarla da Westminster nel 1950. Durante il furto, però, la pietra venne danneggiata. I ragazzi riuscirono a riportare la parte piu’ grossa, nascondendola nel baule di un’auto a noleggio. La pietra fu portata a Arbroath Abbey, dove la polizia londinese la rintraciò e la riportò a Londra.
Solo nel 1996 il governo inglese ha restituito definitivamente la pietra, oggi custodita nel Castello di Edimburgo. Alcuni scozzesi sostengono che, essendo il Castello il quartiere militare della British Army, dovrebbe essere trasportata altrove, in un luogo realmente scozzese. Tuttavia non tutti sono d'accordo con questa versione e soprattutto, gli Irlandesi, sono convinti ancora oggi che la vera Pietra del Destino si trovi sulla collina di Tara.
link utili
http://it.wikipedia.org/wiki/Pietra_di_Scone
http://www.angolohermes.com/Speciali/Inghilterra/Scone/Pietra_Destino.html
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