Passa ai contenuti principali

Piero Angela Torino, 22 dicembre 1928– Roma, 13 agosto 2022

 

Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana.

Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano.

Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia.

È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati.

A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato.

Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese.

Un grande abbraccio

Piero Angela

**********************************************************

Le sue parole pochi mesi fa…

“Sento che il conto alla rovescia va avanti, ma bisogna solo accettare quella che è la vita. 

Abbiamo una possibilità su miliardi di nascere, e dobbiamo esser felici di aver vissuto, siamo stati fortunatissimi. 

E quindi va anche accettato che, ad un certo punto, il biglietto sia scaduto.

Da quando ho compiuto 90 anni mi chiedono se penso della morte. 

Penso che la morte sia una grande scocciatura.

È una mancanza di vita. 

Se ci pensate noi moriamo ogni notte quando ci addormentiamo. 

La sofferenza, soprattutto fisica, ma anche psicologica, è la cosa che può turbare. 

Ognuno di noi si augura una buona morte.

Penso sempre a un detto di Leonardo Da Vinci:

così come una buona giornata porta a un buon dormire, così una vita spesa bene porta a un buon morire.”

{di Piero Angela , dicembre 2021}

**************************************

Adesso che è morto a 93 anni, del più grande divulgatore scientifico italiano restano anche le parole, bellissime, su tutto. Sulla curiosità: “Più escono cose dalla scatola della conoscenza più se ne creano dentro, in continuazione, di nuove”. Sulla creatività: “È soprattutto la capacità di porsi continuamente delle domande”. Sui giovani: “I giovani devono sapere che la nostra generazione ha creato i guai e loro se li ritrovano”. Sulla diversità di opinioni: “Perché se uno cerca di capire le cose, capire anche gli altri, la diversità, le ragioni degli altri, allora riesce anche a gestire meglio le proprie pulsioni”. 

Lui le cose iniziò a capirle presto e a spiegarle poco più tardi. La prima puntata di Quark andò in onda il 18 marzo 1981 e fu seguita da 9 milioni di persone. ll titolo venne preso a prestito dalla fisica: un quark è un tipo di particella elementare che compone i neutroni e i protoni. E proprio in questo senso andava la sua trasmissione, cioè “andare dentro le cose”.⁣⁣⁠

Con il suo linguaggio semplice ma mai semplicistico, negli ultimi 40 anni ha reso la scienza accessibile a tutti gli italiani. Il segreto della sua efficacia divulgativa l'aveva rivelato lui stesso: ”Se ho dei dubbi sulla chiarezza di un passaggio, chiamo il primo che passa nel corridoio, gli mostro la sequenza e chiedo il suo parere. Se vedo un'ombra di dubbio nei suoi occhi, rismonto e ricomincio da capo. Perché vuol dire che avevo sbagliato io”.⁠ Creativo, competente. E proprio sulla competenza Piero Angela ci ha lasciato un pensiero che è un messaggio e una responsabilità per tutti noi: “Non accontentatevi della sufficienza. Il Paese ha bisogno di menti creative e di persone competenti.”

****************************

https://it.wikipedia.org/wiki/Piero_Angela




Commenti

Post popolari in questo blog

la macchina non parte causa tilt dell'immobilizer o trasponder ? provate queste 3 piccole soluzioni?

!!! aggiornamento dell'ultim'ora  !!!!! prima di ( ma anche dopo )  leggere quanto segue provate a fare una cosa che potrebbe servire ad evitare ogni altro intervento staccate i cavi del motorino d'avviamento e dategli una scartavetrata o altro in modo di rimuovere eventuali " ossidature dei contatti" quindi ricollegate il tutto provate ad avviare l'auto a volte è  proprio questo contatto malfunzionante causa della non accensione ....  altre occorre ripulire l'elettrocalamita ma già qui è richiesta maggior conoscenza e manualità " sotto la foto di un motorino d'avviamento tipo iniziamo con lo scrivere che cos’è l’immobilizer L'immobilizer o trasponder è un sistema di antifurto ormai di serie in tutte le nuove vetture che previene che il motore venga avviato senza che sia presente la chiave corretta ed evitando anche che l’auto venga avviata semplicemente “collegando i fili”.  L’immobilizer può essere disattivato solo da u

una poesia ogni quanto mi pare

  Tienimi l’ultimo posto, Dio. Quello che non dà troppo nell’occhio, in fondo alla tavola, più vicino ai camerieri che ai festeggiati. Perché non so stare con le persone importanti. Non so vincere. Non sono capace a far festa come gli altri. Tienimi l’ultimo posto, Dio. Quello che nessuno chiede. Giù, in fondo al bus sgangherato che trasporta i pendolari della misericordia ogni giorno dal peccato al perdono. Tienimi l’ultimo posto, Dio. Quello in fondo alla fila. Aspetterò il mio turno e non protesterò se qualche prepotente mi passerà davanti. Tienimi l’ultimo posto, Dio. Per me sarà perfetto perché sarai tu a sceglierlo. Sarò a mio agio. e non dovrò vergognarmi di tutti i miei errori. Sarà il mio posto. Sarà il posto di quelli come me. Di quelli che arrivano ultimi, e quasi sempre in ritardo, ma arrivano cascasse il mondo. Tienimi quel posto, Dio mio. Eric Pearlman Eric Pearlman nasce a Budapest il 22 aprile 1955 da padre tedesco e madre italiana. A causa della repressione sovietica

LA FANTOMATICA l'ultima lettera di SAN FRANCESCO a Santa Chiara

Quando Francesco morì, Frate Rufino  che restò con il Santo fino all’ultimo, consegnò a s. Chiara,  la sua bisaccia.  Quando Chiara l’aprì, all’interno c’era la sua ciotola di legno, il suo cucchiaio, alcuni semi, una penna, un piccolo vaso d’inchiostro, e poi una pergamena più volte ripiegata, tutta accartocciata.  Con le mani che le tremavano Chiara dispiegò la pergamena e decifrò le goffe lettere che Francesco aveva faticosamente vergato negli ultimi istanti della sua vita… e non potè mai più dimenticarne il contenuto! “ eccolo .. All’anima che sa leggere nella mia, e che ne comprende le gioie e i dolori, voglio confidare queste parole: all’alba della mia dipartita, al crepuscolo del sentiero che ho scelto, posso finalmente affermare, completamente in pace, che la nostra ferita, in questo mondo, non sta nè nella ricchezza nè nella povertà, ma nella nostra dipendenza da uno di questi due strati, nel fatto di immaginare che l’uno o l’altro possano offrirci gioia e li