Passa ai contenuti principali

testimonianze - Creola Katherine Coleman.

 È anche grazie a me se siamo andati sulla Luna. Sono vissuta fino a 101 anni, ma fino a 98 ero quasi sconosciuta al grande pubblico. Questa è la mia storia.



Mi chiamo Creola Katherine Coleman. Sono la più piccola di quattro figli. Mia mamma è un’insegnante, mio papà un contadino, ma si arrangia con diversi mestieri. Abito in un paesino di meno di mille abitanti nella West Virginia. In tutta la contea le scuole per i neri come me non vanno oltre l’equivalente della terza media, perciò ogni autunno mio papà porta me e i miei fratelli a duecento chilometri di distanza, per poter frequentare le superiori in un’altra scuola per neri.
Sono una bambina prodigio e salto diversi anni di scuola: inizio le superiori a dieci anni e prendo il diploma a quattordici, poi mi iscrivo all’università. Tra i miei insegnanti c’è il topologo William Claytor, il terzo afroamericano a conseguire un dottorato in matematica, che aggiunge un corso di geometria analitica apposta per me.
Mi laureo con lode a diciotto anni, in matematica e in francese, ma come era prevedibile non trovo sbocchi nella ricerca e inizio a lavorare come insegnante in una scuola per neri in Virginia. Sposo un insegnante di chimica.
È il 1940. La Corte Suprema ha stabilito che le università devono offrire agli studenti afroamericani gli stessi corsi disponibili per i bianchi, così mi iscrivo alla West Virginia University per studiare matematica avanzata. Sono la prima studentessa di colore in tutta l'università; in totale siamo solo in tre.
Dopo un semestre, però, aspetto un bambino e lascio l’università per dedicarmi alla famiglia. Non penserò più alla matematica per oltre dieci anni.
È il 1952. Ho sentito dire che la NACA di Langley, in Virginia, assume matematiche afroamericane per calcoli aeronautici. Inizio a lavorare lì nel 1953. L’ufficio in cui lavoro si chiama “Colored computers”, cioè “Calcolatori (umani) di colore”. Siamo tutte donne e tutte afroamericane.
È il 1956. Mio marito è morto di cancro e rimango vedova con tre bambine. Tre anni dopo sposerò un veterano della guerra di Corea.
Siamo nel 1958. La NACA è diventata NASA. L’Unione Sovietica ha lanciato il primo satellite nello spazio e dobbiamo farlo anche noi. Continuo a fare il computer umano ma passo dagli aerei ai satelliti. Lavorerò alla NASA fino al momento di andare in pensione, nel 1986.
Non sono una persona che si lascia intimorire. Mi presento alle riunioni tecniche, normalmente riservate agli uomini. Qualcuno storce il naso, allora chiedo se c'è una legge che me lo vieta. Risulta che non c'è e quindi continuo a partecipare.
Nel 1961 calcolo a mano la traiettoria del primo americano in orbita, Alan Shepard, per garantirgli un rientro sicuro. Un mio errore gli potrebbe costare la vita. Ma non faccio errori.
Siamo nel 1962. Stiamo per mandare il primo americano a fare un’orbita completa intorno alla Terra, John Glenn. Il calcolo della traiettoria è di ordini di grandezza più complicato di quello di Shepard e ormai la NASA usa i calcolatori elettronici, ma Glenn non si fida molto delle macchine e chiede che i calcoli siano controllati da me. Se io dico che vanno bene, lui è pronto a partire. Ci metto un giorno e mezzo ma verifico la traiettoria e do il via libera. Il volo di Glenn è un successo e segna una svolta nella competizione con l’Unione Sovietica.
Ma i calcoli di cui resterò per sempre più orgogliosa sono quelli che nel 1969 permetteranno di sincronizzare il modulo dell'Apollo 11 che dovrà ripartire dalla Luna con quello rimasto in orbita e di portare a compimento la missione di Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins.
Nel 1970 collaboro alla missione Apollo 13 e contribuisco a calcolare la traiettoria di emergenza che permetterà di riportare sulla Terra sano e salvo l’equipaggio nonostante l’esplosione nel modulo di servizio. Più tardi lavorerò allo Space Shuttle e alle prime missioni su Marte.
Nel 2015, a 97 anni, ricevo la medaglia presidenziale della libertà, il più alto onore civile del mio Paese, dal primo presidente afroamericano, Barack Obama.
Nel 2016 il film “Il diritto di contare” racconta la mia storia e mi rende un personaggio pubblico. Prenderanno il mio nome due laboratori della NASA, una scuola e molte altre cose, tra cui una Barbie matematica.
Muoio nel 2020, a 101 anni compiuti.
Molti anni fa mio papà mi insegnò una cosa importante: «Sei brava quanto chiunque altro in questa cittadina. Ma non di più». Non ho mai avuto un senso di inferiorità. Sono brava quanto chiunque altro. Ma non di più.


Commenti

Post popolari in questo blog

LA FANTOMATICA l'ultima lettera di SAN FRANCESCO a Santa Chiara

Quando Francesco morì, Frate Rufino  che restò con il Santo fino all’ultimo, consegnò a s. Chiara,  la sua bisaccia.  Quando Chiara l’aprì, all’interno c’era la sua ciotola di legno, il suo cucchiaio, alcuni semi, una penna, un piccolo vaso d’inchiostro, e poi una pergamena più volte ripiegata, tutta accartocciata.  Con le mani che le tremavano Chiara dispiegò la pergamena e decifrò le goffe lettere che Francesco aveva faticosamente vergato negli ultimi istanti della sua vita… e non potè mai più dimenticarne il contenuto! “ eccolo .. All’anima che sa leggere nella mia, e che ne comprende le gioie e i dolori, voglio confidare queste parole: all’alba della mia dipartita, al crepuscolo del sentiero che ho scelto, posso finalmente affermare, completamente in pace, che la nostra ferita, in questo mondo, non sta nè nella ricchezza nè nella povertà, ma nella nostra dipendenza da uno di questi due strati, nel fatto di immaginare che l’uno o l’altro possano ...

Avviso giacenza Raccomandata Market: ma che cavolo e ?

Avviso di giacenza con dicitura "Raccomandata Market": chi ce l'ha inviata? ,Cosa conterrà la Raccomandata viene usata quando si deve comunicare al ricevente un qualcosa di importante, essa per legge, attesta l' avvenuta ricezione. essa può avere due tipi di colori: il verde ovvero atti giudiziari  come provvedimenti del tribunale, multe o sanzioni di vario tipo; il bianco se si tratta di raccomandate inviate da privati  oggi esiste la mail PEC (Posta Elettronica Certificata) che ha la stessa identica valenza di una raccomandata cartma ancora molti atti inviati dagli enti pubblici avvengono  attraverso la consegna cartacea o, se il destinatario è  assente, con il rilascio del' avviso di giacenza il quale ci  informa che una raccomandata a noi destinata non è potuta essere consegnata data l'assenza del destinatario e che la stessa a breve sarà  prelevabile all ufficio postale nel suddetto avviso scritto nei tempi pr previsti dalla legge esempore s...

la macchina non parte causa tilt dell'immobilizer o trasponder ? provate queste 3 piccole soluzioni?

!!! aggiornamento dell'ultim'ora  !!!!! prima di ( ma anche dopo )  leggere quanto segue provate a fare una cosa che potrebbe servire ad evitare ogni altro intervento staccate i cavi del motorino d'avviamento e dategli una scartavetrata o altro in modo di rimuovere eventuali " ossidature dei contatti" quindi ricollegate il tutto provate ad avviare l'auto a volte è  proprio questo contatto malfunzionante causa della non accensione ....  altre occorre ripulire l'elettrocalamita ma già qui è richiesta maggior conoscenza e manualità " sotto la foto di un motorino d'avviamento tipo iniziamo con lo scrivere che cos’è l’immobilizer L'immobilizer o trasponder è un sistema di antifurto ormai di serie in tutte le nuove vetture che previene che il motore venga avviato senza che sia presente la chiave corretta ed evitando anche che l’auto venga avviata semplicemente “collegando i fili”.  L’immobilizer può essere disattivato solo da u...