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il mito di ICARO ( e DEDALO )

 introduzione ( tanto per far perdere del tempo )

CHI NON CONOSCE IL MITO DI ICARO ? .. ah vedo che anche stavolta siete in molti ... strano perché avrebbero dovuto raccontarvela a scuola.... ma si..,  dai ..... la storia di quel tale a cui misero delle ali attaccate con la cera d'api e che per non aver saputo limitarsi s'avvicino un pò troppettino al sole e per questo cadde e si spiattellò a terra morendo sul colpo che tra l'altro nel colpo si frantumò talmente tanto che recuperare quello che restava delle ali , praticamente solo dei legacci, fu un problema di nulla. 

che poi le ali vere e proprio invece non furono mai rinvenute completamente, si qualcuna fu ritrovata , altre viste da lontano ma di molte non se ne seppe più nulla di nulla , ma proprio zero.. zero assoluto .. un mistero ...

 tra l'altro si racconta che, nella caduta, Icaro lancio delle urla che sembrava lo volessero uccidere tanto che, in molti ne paraggi ,nell'udire simili grida furiose cariche di paura . odio, follia volsero il capo verso il cielo e vedutovi uno stano uccello gli tirarono  sassi legni ed altro materiale a disposizione rinvenuto dei paraggi

in si fatta maniera furono spiegate le echimosi e bernoccoli rinvenuti in quel che rimaneva del povero corpicino del'Icaro anche se in molti studiosi, affermano che non sarebbe possibile dopo una simile caduta capire quali siano le ferite dovuta da caduta e quelle dovute ad oggetti contundenti; tra i massimi esponenti di arte forense e medicina c'è chi arriva ad affermare che Icaro non sarebbe morto per l'avvenuto contatto ad alta velocità col terreno ma che egli sarebbe morto asfissiato in quanto a certe altezze l'ossigeno sarebbe venuto a mancare . altri sostengono la tesi secondo cui ad Icaro sarebbe venuto un colpo apocalittico improvviso causato, con molte probabilità, dalla paura se non terrore o in ultima ipotesi dalla fatica cui il corpo fu sottoposto  onde riuscire a volare; le larghe e potenti falcate necessarie a che il volo rimanesse possibile e lo sforzo enorme necessario a che lo stesso si innalzasse sempre più in alto avrebbe sottoposto il cuore ad uno sforzo eccessivo cui lo stesso, alla fine, diede per forza di ordine maggiore , forfait collassando in maniera subitanea nonchè violenta.

 nel caso Icaro non sarebbe morto per l'avvenuto distacco delle grandi piume dovuto allo scioglimento della cera causato dal calore del sempre più vicino sole ma bensì per altre cause molte delle quali ancora da scoprire

ha fatto bene Icaro ad volersi avvicinare sempre più a quello che per lui era una grande meta ?

ma, qui i pareri sono discordanti c'è chi afferma che accontentarsi di quanto sia realmente possibile fare sia il giusto metro per vivere una vita migliore , altri invece affermano che raggiungere sempre nuove mete sia istillato nel profondo di ciascuno di noi e che l'accontentarsi non sarebbe che una forma di morte psicologica

il sapere popolare tramanda alcuni famosi detti che pendono da ambe le parti quindi la risposta finale non esiste ed ciascuno di noi propende per quella che secondo lui è la più giusta, sotto alcuni esempi

chi s'accontenta gode

chi non risica non rosica

tentar non nuoce

tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino etc.etc.

ma andiamo ora a leggere questo mito così come lo rintracciamo sul web .....


DEDALO E ICARO



Dedalo, era nato ad Atene ed era pronipote di Eretteo, re della città. Si dedicò alla scultura e all'architettura, era abilissimo in ciò che faceva; si narra che le sue statue sembravano vive a tal punto da raccontare che esse aprivano gli occhi e si muovevano.

 A Dedalo sono attribuite le invenzioni dell'ascia, la sega, il trapano, il passo della vite, l'archipenzolo. 

E' stato maestro di suo nipote Talo, figlio di una sua sorella, che uccise per gelosia quando Talo superò il maestro nella sua arte. 

L'Areopago, il tribunale, lo condannò all'esilio perpetuo; Dedalo si rufugiò a Creta dove fu accolto benevolmente dal re Minosse che gli commissionò il Labirinto per rinchiudere il Minotauro. 

A Dedalo, si rivolse Arianna, la figlia di Minosse, per sapere come aiutare Teseo a uccidere il Minotauro e uscire dal Labirinto, e come sappiamo il consiglio del filo riuscì a far trionfare Teseo nell'impresa. 

Quando Minosse venne a sapere che ad aiutare sua figlia e Teseo fu Dedalo, e non potendo prendersela con la figlia fuggita insieme all'eroe, pensò di punire Dedalo, rinchiudendolo insieme al figlio, Icaro, nel Labirinto, che egli stesso aveva progettato. 

L'unico modo per uscire dal Labirinto era evadere volando; ingegnoso come era, Dedalo costruì due paia di ali, uno per sè e l'altro per il figlio. 

Si raccomandò con Icaro di restargli sempre dietro durante il volo, di non strafare e soprattutto di stare attento a non avvicinarsi troppo ai raggi del sole perchè, le ali, attaccate alle spalle con della cera, potevano staccarsi in quanto il calore avrebbe sciolto la cera. 

Come non detto, Icaro durante il volo, provando piacere si allontanò dal padre e raggiunse i raggi del sole che sciolsero la cera e lo fecero precipitare nel mare, dove morì. 

Dedalo triste e desolato, atterrò in Campania a Cuma, dove costruì un tempio al dio Apollo, consegnando le ali che aveva inventato per evadere dal Labirinto di Creta.

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VERSIONE ESTESA

Icaro, era figlio di Dedalo e Naucrate, una delle schiave di Minosse.

Il padre Dedalo era un ottimo fabbro, infatti Atena stessa l'aveva iniziato a quell'arte. Uno dei suoi apprendisti, era suo nipote Talo, figlio di Policasta, sorella di Dedalo. Già a sedici anni Talo aveva superato suo zio in abilità, difatti aveva inventato diversi attrezzi tra cui la sega. Essendo geloso perchè tutta la fama andava a Talo, decise di ucciderlo spingendolo dal tetto del tempio di Atena. Oltre ad essere invidioso Dedalo, sospettava che suo nipote avesse avuto dei rapporti incestuosi con Policasta. Dopo averlo spinto, Dedalo scese dal tempio e chiuse il corpo di Talo in una sacca, per seppellirlo in un luogo deserto. Interrogato dai passanti rispondeva che nel sacco c'era un serpente, ma camminando apparvero delle macchie di sangue sulla sacca e il delitto fu scoperto. L'anima di Talo volò sotto forma di pernice, mentre il suo corpo fu sepolto là dove era caduto. Policasta, quando seppe la notizia si impiccò e gli Ateniesi eressero un santuario in suo onore presso l'Acropoli. L'Areopago condannò Dedalo all'esilio per omicidio; secondo altri, invece, egli fuggì prima di essere condannato da un processo.


Frederick Leighton - Dedalo e Icaro 1869

Dedalo fu accolto a Cnosso, in Creta, dal re Minosse che fu ben lieto di accogliere un artefice molto dotato. Egli visse per molto tempo a Cnosso, fino a quando re Minosse seppe che egli aveva aiutato Pasifae ad accoppiarsi con il toro bianco di Posidone, così rinchiuse Dedalo ed Icaro, avuto da Naucrate, nel Labirinto. Ma Pasifae li liberò entrambi.

Fuggire da Creta non fu un'impresa molto facile, poichè Minosse faceva sorvegliare tutte le navi e offrì inoltre una ricca ricompensa a chi avesse catturato Dedalo. Con l'astuzia, Dedalo, costruì un paio di ali per se stesso ed un altro per Icaro. Dopo aver saldato le ali alle spalle di Icaro, con della cera, con le lacrime agli occhi, Dedalo gli raccomandò di stare attento e di non volare troppo in alto perchè il sole avrebbe potuto sciogliere la cera ne troppo in basso perchè le ali si sarebbero inumidite con i vapori del mare.



Dopo questo, Dedalo si innalzò in volo seguito da Icaro. Mentre si allontanavano dall'isola, battendo ritmicamente le ali, i contadini, i pescatori e i pastori che alzarono lo sguardo verso di loro li scambiarono per dei. Quando si furono lasciate Masso, Delo e Paro alla sinistra e Lebinto e Calimne alla destra, Icaro disobbedì agli ordini del padre e cominciò a volare verso il sole, inebriato dalla velocità che le grandi ali imprimevano al suo corpo. Ad un tratto Dedalo, guardandosi alle spalle, non vide più suo figlio, ma soltanto delle piume sparse che galleggiavano sulle onde sotto di lui. Infatti il calore del sole aveva sciolto la cera e Icaro era precipitato in mare, annegandovi. Dedalo volò a lungo in quel luogo, finchè il cadavere di Icaro riemerse.

Lo portò allora in un'isola vicina, chiamata ora Icaria, dove lo seppellì. Una pernice appollaiata su una quercia lo osservò scavare la fossa squittendo di gioia: era l'anima di Talo, finalmente vendicata.

In questo mito i significati simbolici sono molti: l’abilità di Dedalo cui si accompagnano atti turpi e sventure; la metafora del volo; la figura di Icaro; la caduta; l’ucciso e la sua anima vendicata…



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