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12 OTTOBRE 1492 CRISTOFORO COLOMBO SCOPRE L'AMERICA



La partenza di Colombo avvenne alle 06:00 del mattino del 3 agosto 1492 da Palos de la Frontera, con rotta verso le Isole Canarie per sfruttare i venti.

Partì con le famosissime 3 caravelle: la Niña, la Pinta e la Santa Maria, ma in realtà quest'ultima non era una caravella, ma una "caracca" di 150 tonnellate e in qualità di nave ammiraglia, era capitanata dallo stesso Colombo.

La Pinta era comandata da Martín Alonso Pinzón, mentre suo fratello minore, Vicente Yáñez Pinzón, era il comandante della Niña.

Il 6 agosto, dopo 3 giorni di viaggio, si ruppe il timone della Pinta e si credette in un'opera di sabotaggio oppure ad un pessimo presagio, costringendo la spedizione a compiere uno scalo di circa un mese a "La Gomera" per le necessarie riparazioni.

Le tre navi ripresero il largo il 6 settembre, dove Colombo sfruttò la forza delle spinte dei venti alisei, che spirano sempre da est verso ovest formando stabilmente una striscia di nuvole galleggiante nell'aria, tanto che l'ammiraglio nel giornale di bordo scrisse: «Si naviga come tra le sponde di un fiume».

Il 16 settembre le caravelle cominciarono a entrare nel Mar dei Sargassi e Colombo approfittò dello spettacolo delle alghe galleggianti (un fenomeno tipico di questo mare) per sostenere che tali vegetali erano sicuramente indizi di terra vicina, così anche se era perfettamente a conoscenza che ciò non corrispondesse a verità, riuscì a tranquillizzare temporaneamente i suoi uomini.

A partire dal giorno 17 si osservò con stupore il fenomeno assolutamente sconosciuto della declinazione magnetica: la bussola indicava il polo magnetico distaccandosi sempre più dal nord geografico, col rischio di allontanare le navi dalla loro rotta. Ciò spaventò i marinai e la tensione crebbe inevitabilmente.

Il 6 ottobre Colombo registrò di aver percorso 3652 miglia, cioè 100 in più, di quante ne aveva previste.

Lo stesso giorno vi fu una riunione generale dei comandanti a bordo della Santa Maria, durante la quale Martín Pinzón suggerì di cambiare rotta da ovest a sud-ovest.

Colombo decise di virare quindi verso sud-ovest, avendo visto alcuni uccelli dirigersi verso quella direzione; e più che mai fermo nella propria idea e forte degli studi che aveva compiuto nel corso del viaggio, riuscì ad ottenere un accordo: se entro 3 o 4 giorni le vedette non avessero scorto alcuna terra le caravelle sarebbero tornate indietro o comunque si sarebbe deciso diversamente da piano iniziale del comandante Colombo.

Colombo correva un grande rischio di ammutinamento, quindi la situazione per lui si prospettava molto grave; però, Giovedì 11 Ottobre si ebbero alcuni segnali positivi: furono avvistati diversi oggetti fra cui un giunco, un bastone e un fiore fresco che un marinaio pescò in mare: soltanto la vicinanza della terra emersa poteva giustificare questi ritrovamenti.

Di fatto, erano le 02:00 del mattino di quel famoso Venerdì 12 ottobre 1492 che Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta, distinse finalmente la costa.

La mattina del 12 le caravelle riuscirono a trovare un varco nella barriera corallina e gli equipaggi riuscirono a sbarcare su un'isola chiamata, nella lingua locale "Guanahani" che Colombo battezzò Isola di San Salvador, un'isola delle Bahamas. Gli spagnoli furono accolti con grande cortesia e condiscendenza dai Taino (la tribù abitante dell'isola).

Colombo stesso, nella sua relazione sottolineerà più volte la gentilezza e lo spirito pacifico dei suoi ospiti:

«Gli abitanti di questa Isola, mancano di armi, che sono a loro quasi ignote, né a queste son adatti, non per la deformità del corpo, essendo anzi molto ben formati, ma perché timidi e paurosi. Del resto, quando si vedono sicuri, deposto ogni timore, sono molto semplici e di buona fede, e condividono tutto quel che posseggono: a chi ne lo richieggia nessuno nega ciò che ha, ché anzi essi stessi ci invitano a chiedere».

Con questo atto, la storiografia, traccia ufficialmente la fine dell'era Medievale, e l'inizio dell'età moderna, costellata da grandi esplorazioni e conquiste coloniali.

Salvatore Pagano 

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