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DITTATORI : tratti comuni = gran pezzi di M.....

 


Che il potere assoluto faccia male a chi lo subisce non ci sono dubbi. Sembra però che danneggi anche chi lo esercita: inebriati dall’onnipotenza, i tiranni perdono il lume della ragione. Dietro la follia liberticida potrebbe esserci dunque una sindrome psichiatrica che si autoalimenta: più si è potenti più ci si “intossica”. Il che non consola, ma almeno offre un appiglio a chi vuole a tutti i costi capire. Ecco alcuni esempi.

Stalin. Iosif Vissarionovic Džugašvili, più noto con il nome di Stalin, è stato il dittatore che più di ogni altro non si è fatto scrupolo di eliminare i suoi avversari politici. Per quanto sia difficile fare una stima precisa, si ritiene che durante i 31 anni in cui Stalin è rimasto al potere siano morti circa 20 milioni cittadini sovietici.

Durante il periodo delle purghe, nella seconda metà degli anni ‘30, era solito chiamare a colloquio i dirigenti e funzionari che lavoravano a stretto contatto con lui e di cui non si fidava. Appena questi entravano nello studio, cominciava a fissarli negli occhi senza proferire parola. Chi non reggeva lo sguardo, veniva fucilato perché, secondo Stalin, aveva qualcosa da nascondere o era in malafede.ì

Kim Jong-il. Delle 3 dittature affermate e tuttora al potere, quella che dà i segni di maggiore megalomania è il regime della Corea del Nord. Il dittatore attuale, Kim Jong-un, alterna minacce di attacchi missilistici a stramberie come quella di ordinare a tutti gli studenti di tagliarsi i capelli come lui. Kim viene da una dinastia di dittatori che della megalomania ha fatto uno stile di vita. A partire dal nonno, Kim Il-sung, la cui immagine è ancora presente ovunque nel Paese. Ma ancor più egocentrico fu il figlio di questi (nonché padre dell’attuale despota): il bassetto Kim Jong-il, nell'immagine. Convinto di avere poteri magici come quello di influenzare il clima, pensava di essere onnisciente e scrisse opere su ogni tema, soprattutto cinema, il suo giocattolo preferito. Arrivò persino a far rapire il regista sudcoreano Shin Sang-ok, costringendolo a girare un remake di Godzilla.

Adolf Hitler. Del dittatore sanguinario per antonomasia sappiamo quasi tutto, comprese le manie e le peculiarità. Tra queste le fantasie sessuali. Come racconta la nipote Geli Raubal (morta suicida nel 1931 dopo una relazione con lo zio), il führer la obbligava a posare nuda per lui in posizioni oscene, o a mettersi carponi per essere poi sculacciata con un frustino. Alcune di queste pratiche erano svolte in nome del “sesso magico” (ramo dell’occultismo che si fonda su riti sadomasochisti), una passione che secondo alcuni Hitler avrebbe condiviso con la bella Winifred Wagner, nuora del compositore Richard Wagner. Alcuni medici hanno poi testimoniato che il dittatore si faceva iniettare testosterone per aumentare la propria virilità.ì

Jean-Bedel Bokassa. Presidente della Repubblica Centrafricana, nel 1977 si proclamò imperatore con una cerimonia ispirata a quella di Napoleone del 1804. Per questo tutti i servitori furono costretti a indossare abiti ottocenteschi. Il neoimperatore si presentò con un lungo mantello di velluto rosso, si pose quindi sul capo una corona carica di diamanti che, a suo giudizio, avrebbe dovuto essergli consegnata da papa Paolo VI, il quale naturalmente rifiutò.

Mao Tse-tung. Negli anni ‘60-’70 moltissimi giovani occidentali avevano in camera il poster di Mao, senza sapere che il leader del comunismo cinese era uno spietato tiranno, responsabile della morte di milioni di persone. I mille eccessi del tiranno non si limitavano soltanto alla vita pubblica, dove trattava il premier Ciu En Lai come uno schiavo e che faceva decapitare chi l'ostacolava, ma proseguiva nel privato: era una specie di Caligola alla cinese che non aveva rapporti sessuali con la moglie, ma voleva accompagnarsi ogni notte con 2 o 3 ragazze diverse. Era anche uno sporcaccione che non si lavava, non si toglieva la vestaglia di dosso per intere settimane e non si spazzolava i denti, alla fine diventati verdi, «perché una tigre non lo fa».

Saparmyrat Nyýazow. Uno degli ultimi dittatori partoriti dal XX secolo è stato Saparmyrat Nyýazow, presidente del Turkmenistan dal 1991 al 2006. Noto anche come Türkmenbaşy (“padre di tutti i turkmeni”) scrisse addirittura un testo sacro: il Ruhnama, o libro dell’anima. Paragonato alla Bibbia e al Corano, fu adottato nelle scuole, letto in radio e in tv e persino spedito nello spazio.

Nella foto la statua che si fece costruire ancora in vita: placcata d’oro, alta 12 metri è in grado di ruotare di 360 gradi affinché il volto sia sempre baciato dal sole.

Benito Mussolini. Fu pacifista (da giovane, poi evidentemente cambiò idea trascinando l?Italia nella Seconda Guerra Mondiale) e odiava la pennicchella, costringendo i suoi ospiti, persino il führer a incontri e riunioni durante la digestione; suonava il violino ed era superstizioso. Ma soprattutto non sopportava le sigarette (l’unica la chiese durante una partita di calcio tra Inghilterra e Italia, per il resto non fumò mai, né fece uso di cocaina o altri stupefacenti) e gli ombrelli perché diceva che sono «un cimelio borghese [...] l’arma dei soldati del papa».

Mu’ammar Gheddafi. Tra le curiosità che caratterizzavano il leader dello Stato libico dal 1969 al 2011 c'era il fatto che in ogni viaggio volesse dormire nella sua tenda beduina, montata persino nel giardino di un albergo parigino o durante l'ultima visita a Roma (nella foto), con tanto di cammelli al seguito. Per guardarsi le spalle radunò invece una squadra di amazzoni vergini con alto addestramento militare.

Nicolae ed Elena Ceauşescu. Nella lista dei dittatori più eccentrici non mancano coppie di coniugi senza scrupoli come Nicolae Ceauşescu e sua moglie Elena, a capo della Repubblica Socialista di Romania dal 1967 al 1989. «Elena, quasi analfabeta, si conferì una laurea in chimica e si fece passare come l’autrice di studi scientifici di cui non era neanche in grado di capire i titoli» 

François Duvalier. Alias Papa Doc, despota di Haiti (1957-1971) convinse la sua gente di essere la reincarnazione di Baron Samedi, divinità che accompagna i morti nell’aldilà secondo la religione vudù. Una volta spacciatosi per il traghettatore dei defunti ne prese persino in prestito il look: cappello a cilindro, frac nero, occhiali con lenti scure e sigaro in bocca. E impose preghiere speciali alla sua persona

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