Il telefono l'ha inventato un italiano. Per certificarlo c’è voluto più di un secolo, ma ce l’abbiamo fatta. L’11 giugno 2002, con la risoluzione 269, il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto ufficialmente il lavoro di Antonio Meucci determinante per l’invenzione del telefono. È finita così una contesa storica che ha visto contrapposti il geniale inventore fiorentino e l’americano Alexander Graham Bell, fino ad allora riconosciuto come il padre del telefono, nonché uomo che gli aveva soffiato fama, gloria e successo economico. ?
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Sull’idea di un apparecchio per comunicare a distanza Meucci cominciò ad arrovellarsi già a 26 anni, nel 1834. Lavorava come capo macchinista al Teatro della Pergola di Firenze e costruì un marchingegno per dare ordini dal palcoscenico: un qualcosa di simile al gioco dei bambini, fatto da due bicchieri di plastica e un filo di cotone. L’uomo perfezionò la sua idea prima a Cuba e poi a New York, dove si mise alla ricerca di finanziatori. Causa anche una scarsa conoscenza dell’inglese, non trovò nessuno disposto a finanziarlo. Un giorno si rivolse alla compagnia Western Union, inviando a loro tutti i suoi appunti tecnici e un modello della sua invenzione. Ma la società negò il finanziamento e, quando lui chiese indietro i materiali, gli fece credere di aver perso tutto. ?
Meucci pagò un «caveaut», una domanda di brevetto. Ma due anni dopo non riuscì a trovare i 10 dollari che servivano a rinnovarlo. Poco tempo dopo, quando la paternità della sua invenzione non era più «certificata», all’ufficio brevetti si fece avanti Alexander Graham Bell. Chi era Bell? Un consulente della Western Union, che aveva il suo laboratorio proprio dove sarebbero stati conservati i documenti e il modello che Meucci aveva dato alla società. L’uomo depositò il brevetto del telefono, diventò una celebrità e concluse un accordo stellare con la Western Union. Nel 1887 la Corte Suprema americana riconobbe la fondatezza di un giudizio per frode contro Bell, ma la morte di Meucci, avvenuta due anni dopo, stoppò la causa. Per più di un secolo non è mai stato sancito ufficialmente l’inventore del telefono. Fino alla decisione della Camera Usa.
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Vita di Meucci
Antonio Meucci nasce a San Frediano, il quartiere popolare della città di Firenze, il 13 aprile 1808. Il giovane Antonio studia all’Accademia delle Arti, ma la sua è una famiglia modesta, il padre, Amatis Meucci, è un impiegato del Granducato, che sogna per il figlio un incarico simile. Assunto come daziere presso la Porta Romana, Antonio si fa riconoscere per alcune bravate che lo portano anche in carcere, dove entra in contatto con personaggi della massoneria e dell’opposizione al Granduca.
Un’improvvisa malattia di Amatis obbliga la famiglia ad indebitarsi. Per fortuna, Meucci viene assunto come macchinista al teatro “La Pergola” di Firenze. Qui conosce e si innamora della sarta Ester, che sposerà il 7 agosto del 1834 nella chiesa di Santa Maria Novella. Inizia quindi ad essere apprezzato per le sue prime invenzioni di alcuni meccanismi di comunicazione nel dietro le quinte. Questo lo fa apprezzare dal famoso impresario italiano Alessandro Lanari che lo raccomanda a Don Francisco, un altro importante impresario dell’epoca, il quale sta scritturando una compagnia da portare a Cuba.
Il 17 Dicembre del 1835 la Grande Compagnia Italiana, che comprende anche il capo macchinista Antonio Meucci e la sarta Ester Mochi in Meucci, sbarca all’Avana. Inizia il periodo più fortunato della vita di Ester e Antonio. Oltre a lavorare come capomacchinista nel "Gran Teatro de Tacon", Antonio dapprima studia l’elettrochimica e poi applica i suoi studi, conquistando l’appalto della galvanizzazione di tutte le uniformi dell’esercito locale. E’ un grosso lavoro, che gli porta fama e ricchezza.
L'elettroterapia
Tra le sue attività anche esperimenti di elettroterapia - a metà dell’Ottocento gli studi sull’elettricità vertevano principalmente in campo medico – iniziati principalmente per ovviare ai reumatismi di cui soffre la moglie Ester. Rapidamente la sua fama si diffonde sull’isola e sono in molti coloro che si sottopongono ai suoi trattamenti elettrici. È proprio durante una di queste sedute che un paziente, ricevendo la scarica elettrica, emette un urlo che Meucci capta attraverso il filo elettrico. È il 1849 quando per la prima volta Meucci ottiene la conduzione elettrica della parola umana, è il battesimo del “telegrafo parlante”. Alexander Graham Bell è ancora un bambino, ha solamente due anni!
Il 1 maggio del 1850, per allontanarsi dall’umidità dei tropici, dannosa per la salute di Ester, e dal rischio di una rivoluzione che all’Avana sembra sempre più imminente, i ricchi Meucci si trasferiscono a New York, più precisamente a Staten Island. Qui Antonio diventa un personaggio molto importante della comunità italiana, fatta per lo più da fuoriusciti per ragioni politiche da un’Italia che solo allora comincia ad immaginarsi unita. È per questo che l’arrivo a New York come esule di Giuseppe Garibaldi mette in fibrillazione tutta la comunità. Antonio Meucci, che nel frattempo ha iniziato un’attività come imprenditore e fabbricante di candele “steariche” - ovvero che non colano cera – è il naturale ospite per il grande esule e arriva anche ad assumere Garibaldi come lavorante nella sua fabbrica.
Il telettrofono
Un incendio mette fine alla fabbrica di candele, e anche i successivi tentativi da imprenditore falliscono. Antonio Meucci è ormai avanti negli anni, non parla inglese, è costretto ad accudire una moglie inferma e il capitale accumulato a Cuba si sta velocemente assottigliando, ma le sue doti di inventore gli permettono di non scoraggiarsi. Dal 1859 al 1864 deposita e vende decine di brevetti, e porta avanti il “telettrofono”: tra il '64 e il '65 ne sperimenta circa 26 modelli diversi.
Ma il 30 luglio del 1870 il destino si accanisce ancora contro di lui: il traghetto tra Staten Island e New York prende improvvisamente fuoco e poi affonda, Antonio è vivo per miracolo, ma costretto in ospedale e poi all’inattività per mesi: è il tracollo.
La moglie, disperata, per sopravvivere vende i bozzetti e gli esperimenti del telefono per 6 dollari ad un rigattiere. Quando si rimette, Meucci è costretto a ricominciare da capo esperimenti e disegni della sua invenzione e poi non ha denaro sufficiente per permettersi un brevetto, ma solo un “caveat”, cioè un’ assegnazione provvisoria che riesce a pagare nel 1871. Non potrà più permettersi il rinnovo.
Nell'estate del 1872 Meucci consegna i disegni del suo telettrofono al vicepresidente dell’ American District Telegraph di New York. è la stessa società per cui lavorano come consulenti Alexander Graham Bell e Elsha Gray. Il 14 febbraio 1876 alle ore 14, Bell presenta all’ufficio brevetti il proprio apparecchio telefonico. Lo stesso giorno, ma due ore più tardi, Elisha Gray deposita il suo.
Il brevetto n.174465 relativo a un trasmettitore e ricevitore telefonico è di Alexander Graham Bell.
Alexander Graham Bell
Bell ha tutt’altra estrazione rispetto a Meucci, nasce, infatti, da una famiglia benestante di Edimburgo, che studia da generazioni la meccanica del suono, anche per ovviare a problemi familiari: la madre e poi anche la moglie di Alexander sono sorde dalla nascita. Il giovane Bell per continuare i suoi studi si trasferisce prima in Canada, dove diventa professore universitario di fisiologia vocale e oratoria, poi negli Stati Uniti, a Boston.
Nel 1877 nasce la "Bell Telephone Company", prima compagnia telefonica al mondo. A partire dal 1876 si susseguono parecchi perfezionamenti e sviluppi da parte di E. Gray, T. A. Edison, D.E. Hughes. Con il telefono brevettato da Bell già nel 1877 si può effettuare la prima trasmissione su una distanza di circa 22 km.
Il 27 novembre 1877 Bell registra il suo brevetto anche in Italia e un mese dopo a Milano viene effettuata la prima telefonata urbana.
Alla fine del 1880 negli Stati Uniti ci sono già 50 mila telefoni. Nel 1884 la "Bell Telephone Company" cita in giudizio per violazione di brevetto la "Globe Telephone Company" che ha deciso di commercializzare il caveat di Meucci. Nel 1885 la Bell è assorbita dalla American Telephone & Telegraph, la prima multinazionale delle telecomunicazioni.
Il processo
Nel 1886 si apre il processo contro Antonio Meucci e la Globe Telephone Company. Il giudice Wallace, nel 1887, sentenzia che quella di Meucci è stata una trasmissione meccanica, e non elettrica. Bell e la sua compagnia hanno vinto.
Ma nello stesso momento in cui il processo contro Meucci viene iniziato dalla Bell telephone Company il Governo degli Stati Uniti apre un’inchiesta che porta all’incriminazione per frode e falso contro Bell.
Meucci muore nel 1889, senza poter seguire il dibattimento. Nel 1889 il capitale sociale del monopolio Bell sfiora i 150 milioni di dollari, mentre la vendita di tutto l’arredamento della casa di Meucci produrrà solo 191 dollari. Nel 1897 il processo contro Bell verrà archiviato: i brevetti, oggetto della contestazione, sono spirati.
Ma…
Washington, 16 giugno 2002: 107° congresso degli Stati Uniti d’America risoluzione n. 269.
A 113 anni dalla sua morte, l'inventore italiano Antonio Meucci si è visto riconoscere i suoi meriti dal Congresso degli Stati Uniti. Approvando per acclamazione una risoluzione presentata dal deputato italoamericano Vito Fossella dello Stato di New York, la Camera di Washington ha proclamato Meucci "l'inventore del telefono". Il suo rivale, l'americano Bell che gli sottrasse la gloria e il successo, e che sull'invenzione costruì un impero economico esce come un impostore e un profittatore dalla risoluzione della Camera.
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quel che la storia non racconta
negli ultimi anni di vita Antonio si dedicò ad un invenzione che non brevettò ne pubblicizzò " il trasmettitore di scoregge "
l'inventore la ultimò in tempo record e bisogna dire che funzionava veramente bene, esteticamente assomigliava molto ad un cellulare moderno anche se era costruito con materiali disponibili all' epoca eseguiva eccellentemente il suo compito
a cosa serviva ?
l 'inventore ideo e costruì il trascoregge ( così lo chiamava ) a un solo scopo ovvero il trasmettere via etere scorregge e loffe ad apparecchi telefonici posti altrove.
lo scopo era unicamente il far sapere al BELL ovvero a colui che all' epoca gli rubò l'invenzione del telefono appropriandosene semplicemente brevettando l'invenzione ed attribuendosela a proprio nome cosa ne pensasse di lui
periodicamente il Meucci accendeva il trascoregge impostato per trasmettere materiale preregistrato o in diretta ( composto come già scritto perlopiù da scoregge et affini ma anche, in casi rari, da pernacchie e altri brutti versi ) al telefono del BELL ovunque esso si trovasse
l'invenzione scomparve un giorno in cui al colmo della rabbia il Meucci trasmise un coreggione apocallittico al Bell non accorgendosi della vicinanza di un caminetto in loco da lui distante solo pochi cm, il gas espulso dal Meucci prese fuoco e diede fuoco anche al Trascoregge
il Meucci per non ustionarsi getto via il trascoregge che andò a finire tra le fiamme del cammino e lì rimase fino a diventare cenere .
Meucci da quel momento si dedicò ad altre invenzioni vista anche la paura presa e anche dall'aver saputo che le occhiate strane che moglie e parenti gli rivolgevano sempre più spesso eran dovute dal fatto che quand'egli, credendosi non osservato, usava quell'apparecchio andato distrutto scoreggiando a tutto spiano in salotto o altro luogo essi spesso vedevano ma si nascondevano per non farsi vedere o scappavano impauriti in altri lidi meno orrendi....
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