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xenobot questi sconosciuti

'xenobot', primi robot viventi fatti di cellule


  

se si pensa che la vita sulla terra è nata partendo da  biomolecole che aggregandosi tra loro in maniera spontanea sarebbero evolute poi in forme più complesse, chiamate coacervati e  via via a seguire attraverso processi lenti  ma evolutivi  arrivare a diventare forme di vita  unicellulari capaci di autoriprodursi etc la  comparsa di questa " nuova forma di vita? " chiamata xenobot non è  da prendere alla leggera e gli sviluppi futuri sono al momento imprevedibili
chissà come evolverà questa nuova forma di vita nel tempo ?
noi di sicuro non lo sappiamo e probabilmente non  sapremo mai le  potenzialità evolutive di questa specie , se diventeranno col tempo una forma di vita evoluta come è più di noi o se resteranno bloccate allo stadio in cui sono state create,  le possibilità sono ignote ma aperte in ogni direzione .......

http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-0c312c69-d53d-4d5a-8216-fb431bb4b1e6-tg1.html


http://moked.it/blog/2020/01/20/controvento-xenobot/

https://www.huffingtonpost.it/entry/xenobot-il-primo-robot-vivente-la-scoperta-delluniversita-del-vermont_it_5e1f0217c5b63211760be259

dal web

e cellule embrionali della rana africana Xenopus laevis sono state riassemblate da un supercomputer generando così una macchina vivente: è una macchina biologica che svolge funzioni determinate, si autoripara e si evolve.
Il team costituito dai ricercatori dell’Università del Vermont (UVM) e dell’università Tufts hanno realizzato questo robot vivente partendo dalle cellule staminali prelevate dalle rane.

Le nuove creature sono state progettate su un supercomputer della UVM e poi assemblate e testate da biologi dell’Università di Tufts.

Dapprima sono stati realizzati diversi progetti utilizzando un algoritmo evolutivo, che si ispira proprio al principio di evoluzione degli esseri viventi. I progetti migliori sono stati selezionati per i test sulle cellule e creare nuove forme di vita.

Queste sono nuove macchine viventi. Non sono né un robot tradizionale né una specie conosciuta di animali. È una nuova classe di artefatti: un organismo vivente programmabile.

ha affermato Joshua Bongard, informatico ed esperto di robotica all’Università del Vermont che ha co-guidato la nuova ricerca.

Successivamente alla selezione dei progetti i ricercatori hanno raccolto le cellule staminali dagli embrioni di rane africane Xenopus laevis, da cui deriva il nome Xenobot. Separate in singole cellule queste sono state lasciate in incubazione per la loro moltiplicazione. Alla fine le cellule sono state tagliate e unite al microscopio ricreando con una buona approssimazione i disegni dei progetti realizzati dal computer.

Queste strutture totalmente nuove hanno dimostrato di funzionare, di svolgere compiti determinati e di essere capaci di autoripararsi e svilupparsi adattandosi all’ambiente che le circonda.

articolo completo

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Non sono robot tradizionali né una nuova specie animale, ma un nuovo tipo di organismo programmabile: sono gli 'xenobot', i primi robot viventi, che devono il loro nome alla rana africana Xenopus laevis, le cui cellule embrionali sono state utilizzate per costruirli. Riassemblate con un supercomputer per compiere funzioni diverse da quelle che svolgerebbero naturalmente, le cellule di rana hanno permesso di ottenere organismi che in futuro potrebbero viaggiare nel corpo umano per somministrare farmaci o ripulire le arterie, o ancora potrebbero essere rilasciati negli oceani come speciali spazzini per catturare le particelle di plastica. [...] 
 Forme e funzioni che non esistono in natura In questo modo, ha rilevato ancora De Simone, "i ricercatori hanno riprogrammato delle cellule viventi, 'grattate' via da embrioni di rana, assemblandole in una forma di vita completamente nuova". Sostanzialmente, ha aggiunto, si tratta di "aggregati di cellule che interagiscono tra loro, comportandosi collettivamente in un modo complesso e diverso da quello che avrebbero naturalmente. Si tratta di comportamenti elementari, come muoversi insieme in una direzione o in cerchio". Il robot vivente così ottenuto ha lo stesso Dna della rana, ma non è affatto una rana: è una forma vivente riconfigurata per fare qualcosa di nuovo. La vera novità di questo lavoro, secondo De Simone, "è stata soprattutto utilizzare un algoritmo per generare il comportamento e l'evoluzione delle cellule".


La faccenda è intrigante, affascinante e contemporaneamente preoccupante. Cosa può venir fuori in un prossimo futuro? Ok robot bio-tecncologici per utilizzi utili alla comunità ma in quanto "viventi" c'è la certezza che non finiscano per diventare una nuova forma di vita con tutte le conseguenze del caso? Il nostro sistema è alquanto delicato, basti pensare cosa comporta inserire un insetto o una pianta in un ecosistema "chiuso" tipo madagascar o australia... 
figuriamoci una forma di vita tecnologica.
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Xenobot i robot organici creati da un team di scienziati unendo cellule di una rana 

Xenobot
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla testata Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). Il team di ricerca è multidisciplinare e composto da ricercatori di alcune università statunitensi che hanno creato degli organismi in miniatura “programmabili” partendo da cellule della rana acquatica Xenopo liscio e che sono in grado di muoversi con un certo grado di autonomia.


“Si tratta di forme di vita del tutto nuove che sulla Terra non sono mai esistite”, ha dichiarato a The Guardian il ricercatore Michael Levin, direttore dell’Allen Discovery Center alla Tufts University di Medford, in Massachusetts che ha aggiunto: “Sono organismi viventi ‘programmabili'”.

https://www.tomshw.it/altro/nsa-falla-windows-10-patch-aggiornare/


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