Rimborsi elettorali: ecco quanto incasserà ogni partito. ( M5S escluso ) ma anche varie altre faccende al proposito
per andare a capire come funziona il " sistema rimborso andate al link sotto :
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/31/partiti-ecco-come-funziona-meccanismo-rimborsi-elettorali/188067/
Di Antonio Palma
Finita la campagna elettorale i partiti che hanno partecipato alla consultazione elettorale per il rinnovamento del Parlamento sono pronti ad incassare i rimborsi elettorali previsti per legge. Attenzione non si tratta di veri e propri rimborsi per i costi sostenuti in questi mesi, ma di un finanziamento a forfait in base al numero dei voti ricevuti alle elezioni politiche. La torta da spartirsi nel 2013 si aggira intorno ai 160 milioni di euro, e considerando che il numero di senatori e deputati eletti è stato pari a 945, il rimborso medio sarà di oltre 169mila euro per ogni parlamentare. Una cifra enorme comparata con i costi effettivamente sostenuti ma che impallidisce di fronte ai rimborsi percepiti dai partiti nella passata legislatura.
Al Pd la cifra maggiore - Dopo la riforma varata lo scorso anno con una legge bipartisan che ha limitato l'erogazione dei fondi pubblici ai soli partiti che eleggono almeno un parlamentare, la somma complessiva infatti è significativamente diminuita rispetto ai 407 milioni del 2008, che equivaleva al record di 430 mila euro di rimborso per ogni parlamentare. Nel dettaglio e sulla base dei risultati elettorali il partito che dovrebbe intascare i rimborsi maggiori è il Pd con una cifra che si aggira intorno ai 45,8 milioni di euro, seguito dal Movimento Cinque Stelle con 42,7 milioni di euro, dal Pdl con 38 milioni di euro e da Scelta Civica con Monti che intasca “solo” 15 milioni di euro.
Anche i partiti al di sotto dell'1% avranno i rimborsi - In questa classifica dei guadagni per essere semplicemente entrati in Parlamento troviamo poi La Lega Nord con 7,3 milioni di euro, Sel con 5,1 milioni di euro, Fratelli d'Italia che intasca 1,6 milioni di euro e l'Udc a cui toccheranno 1,5 milioni di euro. Ma fette più piccole della torta dei rimborsi elettorali spettano anche alle formazioni più piccole da Grande Sud di Miccichè che intasca 350mila euro a SVP che ne prende 366mila, passando per i 398mila euro che invece spettano al lista di Crocetta e i 422mila euro del Centro Democratico.
Il Movimento Cinque Stelle rinuncerà al rimborso - In realtà il Movimento Cinque Stelle come da programma elettorale ha già annunciato che rinuncerà al rimborso previsto, come già accaduto in Sicilia dopo le elezioni regionali per il parlamento dell'Isola. Del resto uno dei punti cardine del programma politico del M5S è proprio l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti o rimborsi elettorali come ribadito dallo stesso Beppe Grillo dopo il voto. Vedremo se l'esempio del M5S potrà convincere qualche altro partito a rinunciare al suo rimborso.
Fonte: http://www.fanpage.it/rimborsi-elettorali-ecco-quanto-incassera-ogni-partito-m5s-escluso/
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storico rimborsi elettorali
premessa
dopo l' abolizione del finanziamento pubblico avvenuta a seguito di un referendum abrogativo nel 1993 in cui gli ITALIANI decisero di porre fine al sistema fino ad allora esistente ( su cui si espressero però favorevolmente nel 1973 ) su questo verdetto era chiara l' indignazione di quel periodo che storicamente verrà ricordato come " MANI PULITE "
La legge incriminata su cui verteva il referendum era la Legge 195/1974 (la famosa legge Piccoli), varata dalla Democrazia Cristiana per sopravvivere allo scandalo Petroli.
Per aggirare l’abolizione, i partiti rimasti a stecchetto non ci misero nulla a trovarsi tutti d'accordo per mettere in opera un sistema succedaneo equivalente anzi addirittura migliore ( per loro ) così vararono, sotto il governo Ciampi, una riforma dei rimborsi elettorali, nel dicembre 1993: 800 lire per ogni cittadino residente e per ognuna delle due Camere, per un totale di 1600 lire, cioè 1,10 euro, che oggi sono diventati 10.
la domanda sorge spontanea: Ma cosa succede nel resto del mondo? ( più o meno )
Come riporta uno studio dell’Institute for Democracy and Electoral Assistance (IDEA), sono 96 i paesi che prevedono il finanziamento pubblico annuale (totale o parziale) dello Stato ai partiti, ossia circa il 44% dei paesi del mondo.
Invece, sono 57 i paesi che prevedono fondi pubblici ai partiti in relazione alle spese sostenute in campagna elettorale, ossia il 26,4% (alcuni paesi del primo gruppo sono presenti anche in questa lista perché prevedono entrambi i sistemi di finanziamento pubblico).
Gli stati che invece non prevedono il finanziamento pubblico ai partiti in nessuna forma sono 55 (ossia il 25,5% del totale).
In Europa sono cinque (Malta, Andorra, Svizzera, Bielorussia, Ucraina), molti sono paesi dell’Asia (come India, Bangladesh, Libano, Singapore), dell’Africa (come Senegal, Mauritania, Sierra Leone), diversi paesi centroamericani e sudamericani (quali Bolivia e Venezuela) e piccoli stati dell’Oceania.
Gran parte dei paesi europei prevedono il finanziamento pubblico ai partiti.
In Francia, la legislazione francese prevede due tipi di finanziamento pubblico: il primo, in forma di contributo annuale (circa 70 milioni di euro), viene calcolato in base ai voti ottenuti alle precedenti elezioni dell’Assemblea Nazionale, il secondo, in forma di rimborsi, in proporzione ai rappresentanti di ogni partito eletti nelle due Camere (in genere, per ogni elezione nazionale, sono sui 40 milioni di euro all’anno).
In Spagna si sommano gli stanziamenti annuali dello Stato a rimborsi elettorali in base ai voti ottenuti alle elezioni precedenti, per un totale di circa 130 milioni all’anno di finanziamento pubblico ai partiti.
In Germania, invece, non ci sono rimborsi, ma dal 1958 solo un finanziamento pubblico fisso ai partiti, in base ai voti che prendono alle elezioni precedenti per un tetto massimo complessivo di circa 133 milioni.
Nel Regno Unito, lo Stato fornisce direttamente due milioni complessivi a una decina di partiti, a cui vanno aggiunti i fondi della Camera dei Comuni che premiano i partiti all’opposizione (per esempio, il Partito Conservatore ha ricevuto circa 4 milioni e 700mila sterline per la “stagione politica” 2009-2010) e quelli della Camera dei Lord, destinati sempre ai partiti di opposizione (ma qui si arriva a un massimo di 500mila sterline all’anno per partito).
fonte e continuazione: vai all'articolo
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link a corredo più varie amenità
rimborsi art 1
art antimovimento5stelle
http://www.fanpage.it/renzi-i-partiti-rinuncino-ai-rimborsi-soldi-per-le-case-popolari/
cosa ne pensavano i vari partiti tempo fa
rimborsi4
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politico è bello
basta mettere su un partito anche personale e riuscire ad arrivare alla soglia minima e .... siamo ricchi !!!
guardate ad esempio questo grafico che mostra i rimborsi elettorali del 2010 di una data regione , l'interessante è vedere le somme che riscuotono anche le più piccole rappresentanza elettorali
la domanda è: ma chi ce lo fa fare di andare a lavorare una vita quando ci sono tante possibilità migliori tipo questa ?
quello che colpisce come al solito è il PD , il partito che dovrebbe essere quello degli operai, dei lavoratori, del popolo ed invece ...
per andare a capire come funziona il " sistema rimborso andate al link sotto :
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/31/partiti-ecco-come-funziona-meccanismo-rimborsi-elettorali/188067/
Di Antonio Palma
Finita la campagna elettorale i partiti che hanno partecipato alla consultazione elettorale per il rinnovamento del Parlamento sono pronti ad incassare i rimborsi elettorali previsti per legge. Attenzione non si tratta di veri e propri rimborsi per i costi sostenuti in questi mesi, ma di un finanziamento a forfait in base al numero dei voti ricevuti alle elezioni politiche. La torta da spartirsi nel 2013 si aggira intorno ai 160 milioni di euro, e considerando che il numero di senatori e deputati eletti è stato pari a 945, il rimborso medio sarà di oltre 169mila euro per ogni parlamentare. Una cifra enorme comparata con i costi effettivamente sostenuti ma che impallidisce di fronte ai rimborsi percepiti dai partiti nella passata legislatura.
Al Pd la cifra maggiore - Dopo la riforma varata lo scorso anno con una legge bipartisan che ha limitato l'erogazione dei fondi pubblici ai soli partiti che eleggono almeno un parlamentare, la somma complessiva infatti è significativamente diminuita rispetto ai 407 milioni del 2008, che equivaleva al record di 430 mila euro di rimborso per ogni parlamentare. Nel dettaglio e sulla base dei risultati elettorali il partito che dovrebbe intascare i rimborsi maggiori è il Pd con una cifra che si aggira intorno ai 45,8 milioni di euro, seguito dal Movimento Cinque Stelle con 42,7 milioni di euro, dal Pdl con 38 milioni di euro e da Scelta Civica con Monti che intasca “solo” 15 milioni di euro.
Anche i partiti al di sotto dell'1% avranno i rimborsi - In questa classifica dei guadagni per essere semplicemente entrati in Parlamento troviamo poi La Lega Nord con 7,3 milioni di euro, Sel con 5,1 milioni di euro, Fratelli d'Italia che intasca 1,6 milioni di euro e l'Udc a cui toccheranno 1,5 milioni di euro. Ma fette più piccole della torta dei rimborsi elettorali spettano anche alle formazioni più piccole da Grande Sud di Miccichè che intasca 350mila euro a SVP che ne prende 366mila, passando per i 398mila euro che invece spettano al lista di Crocetta e i 422mila euro del Centro Democratico.
Il Movimento Cinque Stelle rinuncerà al rimborso - In realtà il Movimento Cinque Stelle come da programma elettorale ha già annunciato che rinuncerà al rimborso previsto, come già accaduto in Sicilia dopo le elezioni regionali per il parlamento dell'Isola. Del resto uno dei punti cardine del programma politico del M5S è proprio l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti o rimborsi elettorali come ribadito dallo stesso Beppe Grillo dopo il voto. Vedremo se l'esempio del M5S potrà convincere qualche altro partito a rinunciare al suo rimborso.
Fonte: http://www.fanpage.it/rimborsi-elettorali-ecco-quanto-incassera-ogni-partito-m5s-escluso/
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storico rimborsi elettorali
premessa
dopo l' abolizione del finanziamento pubblico avvenuta a seguito di un referendum abrogativo nel 1993 in cui gli ITALIANI decisero di porre fine al sistema fino ad allora esistente ( su cui si espressero però favorevolmente nel 1973 ) su questo verdetto era chiara l' indignazione di quel periodo che storicamente verrà ricordato come " MANI PULITE "
La legge incriminata su cui verteva il referendum era la Legge 195/1974 (la famosa legge Piccoli), varata dalla Democrazia Cristiana per sopravvivere allo scandalo Petroli.
Per aggirare l’abolizione, i partiti rimasti a stecchetto non ci misero nulla a trovarsi tutti d'accordo per mettere in opera un sistema succedaneo equivalente anzi addirittura migliore ( per loro ) così vararono, sotto il governo Ciampi, una riforma dei rimborsi elettorali, nel dicembre 1993: 800 lire per ogni cittadino residente e per ognuna delle due Camere, per un totale di 1600 lire, cioè 1,10 euro, che oggi sono diventati 10.
la domanda sorge spontanea: Ma cosa succede nel resto del mondo? ( più o meno )
Come riporta uno studio dell’Institute for Democracy and Electoral Assistance (IDEA), sono 96 i paesi che prevedono il finanziamento pubblico annuale (totale o parziale) dello Stato ai partiti, ossia circa il 44% dei paesi del mondo.
Invece, sono 57 i paesi che prevedono fondi pubblici ai partiti in relazione alle spese sostenute in campagna elettorale, ossia il 26,4% (alcuni paesi del primo gruppo sono presenti anche in questa lista perché prevedono entrambi i sistemi di finanziamento pubblico).
Gli stati che invece non prevedono il finanziamento pubblico ai partiti in nessuna forma sono 55 (ossia il 25,5% del totale).
In Europa sono cinque (Malta, Andorra, Svizzera, Bielorussia, Ucraina), molti sono paesi dell’Asia (come India, Bangladesh, Libano, Singapore), dell’Africa (come Senegal, Mauritania, Sierra Leone), diversi paesi centroamericani e sudamericani (quali Bolivia e Venezuela) e piccoli stati dell’Oceania.
Gran parte dei paesi europei prevedono il finanziamento pubblico ai partiti.
In Francia, la legislazione francese prevede due tipi di finanziamento pubblico: il primo, in forma di contributo annuale (circa 70 milioni di euro), viene calcolato in base ai voti ottenuti alle precedenti elezioni dell’Assemblea Nazionale, il secondo, in forma di rimborsi, in proporzione ai rappresentanti di ogni partito eletti nelle due Camere (in genere, per ogni elezione nazionale, sono sui 40 milioni di euro all’anno).
In Spagna si sommano gli stanziamenti annuali dello Stato a rimborsi elettorali in base ai voti ottenuti alle elezioni precedenti, per un totale di circa 130 milioni all’anno di finanziamento pubblico ai partiti.
In Germania, invece, non ci sono rimborsi, ma dal 1958 solo un finanziamento pubblico fisso ai partiti, in base ai voti che prendono alle elezioni precedenti per un tetto massimo complessivo di circa 133 milioni.
Nel Regno Unito, lo Stato fornisce direttamente due milioni complessivi a una decina di partiti, a cui vanno aggiunti i fondi della Camera dei Comuni che premiano i partiti all’opposizione (per esempio, il Partito Conservatore ha ricevuto circa 4 milioni e 700mila sterline per la “stagione politica” 2009-2010) e quelli della Camera dei Lord, destinati sempre ai partiti di opposizione (ma qui si arriva a un massimo di 500mila sterline all’anno per partito).
fonte e continuazione: vai all'articolo
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link a corredo più varie amenità
rimborsi art 1
art antimovimento5stelle
http://www.fanpage.it/renzi-i-partiti-rinuncino-ai-rimborsi-soldi-per-le-case-popolari/
cosa ne pensavano i vari partiti tempo fa
rimborsi4
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politico è bello
basta mettere su un partito anche personale e riuscire ad arrivare alla soglia minima e .... siamo ricchi !!!
guardate ad esempio questo grafico che mostra i rimborsi elettorali del 2010 di una data regione , l'interessante è vedere le somme che riscuotono anche le più piccole rappresentanza elettorali
la domanda è: ma chi ce lo fa fare di andare a lavorare una vita quando ci sono tante possibilità migliori tipo questa ?
quello che colpisce come al solito è il PD , il partito che dovrebbe essere quello degli operai, dei lavoratori, del popolo ed invece ...
la risposta del perché il PD non voglia rinunciare ai rimborsi elettorali forse sta nel'articolo che troverete andando al link sotto
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