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una poesia ogni quanto mi pare

 


Tienimi l’ultimo posto, Dio.

Quello che non dà troppo nell’occhio,
in fondo alla tavola,
più vicino ai camerieri che ai festeggiati.
Perché non so stare con le persone importanti.
Non so vincere.
Non sono capace a far festa come gli altri.
Tienimi l’ultimo posto, Dio.
Quello che nessuno chiede.
Giù, in fondo al bus sgangherato
che trasporta i pendolari della misericordia
ogni giorno
dal peccato al perdono.
Tienimi l’ultimo posto, Dio.
Quello in fondo alla fila.
Aspetterò il mio turno
e non protesterò se qualche prepotente
mi passerà davanti.
Tienimi l’ultimo posto, Dio.
Per me sarà perfetto
perché sarai tu a sceglierlo.
Sarò a mio agio.
e non dovrò vergognarmi
di tutti i miei errori.
Sarà il mio posto.
Sarà il posto di quelli come me.
Di quelli che arrivano ultimi,
e quasi sempre in ritardo,
ma arrivano
cascasse il mondo.
Tienimi quel posto, Dio mio.

Eric Pearlman

Eric Pearlman nasce a Budapest il 22 aprile 1955 da padre tedesco e madre italiana. A causa della repressione sovietica del 1955 la famiglia Pearlman fugge con un gruppo di profughi dapprima a Vienna, quindi a Venezia e infine a Torino. Nel capoluogo piemontese i Pearlman trovano una certa stabilità. Eric inizia giovanissimo la sua formazione culturale ma non sarà mai iscritto a scuole pubbliche e private. È la madre stessa a curarne la formazione accompagnando il figlio in biblioteca, a teatro e al cinema. All'età di 16 anni Eric si trasferisce a Monaco dai nonni paterni. Frequenta lezioni universitarie ma senza mai iscriversi. A Monaco trascorre anni ricchi di stimoli culturali. Nel 1975 vive una profonda crisi esistenziale. Torna a Torino dai genitori e poi si aggrega ad un gruppo di Rom. Degli anni "zingari" si hanno poche notizie e lo stesso Pearlman non ha mai voluto parlarne. Nel 1980 torna a Monaco e raccoglie in un antologia alcune poesie che non trovano la via della pubblicazione.

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