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LE NEFASTE IDI DI MARZO ...

14-15 MARZO 44 A.C. LE NEFASTE IDI DI MARZO, UNO DEI MOMENTI PIÙ TRAGICI E BUI DELLA STORIA DI ROMA, SALIRONO ALLA RIBALTA PER L'EFFERATO ASSASSINIO DI GAIO GIULIO CESARE



Caio Giulio Cesare viene ucciso a Roma, all’interno del Senato, alle ore 11 del 15 marzo del 44 a.C. durante le “Idi“.

La Guerra Civile stava per raggiungere uno dei massimi culmini, la popolazione stravolta da tale sgomento non riusciva ancora a credere a ciò che era successo...

Marco Antonio ed Ottaviano giurarono in pubblica piazza, dinanzi alle esequie del Divo Giulio profonda vendetta verso tutti coloro che si erano macchiati di tale delitto.. 

Alcuni dei congiurati Bruto e Cassio fuggono in Grecia come codardi temendo per le loro vite.

Ecco i momenti salienti dei presagi che accompagnarono il fato di Giulio Cesare raccontati dallo storico Svetonio

" Ma la morte imminente fu annunciata a Cesare da chiari prodigi. Pochi mesi prima, i coloni condotti a Capua, in virtù della legge Giulia, stavano demolendo antiche tombe per costruirvi sopra case di campagna. Lavoravano con tanto ardore che scoprirono, esplorando le tombe, una gran quantità di vasi di antica fattura e in un sepolcro trovarono una tavoletta di bronzo nella quale si diceva che vi era sepolto Capi, il fondatore di Capua.

La tavola recava la scritta in lingua e caratteri greci, il cui senso era questo: «Quando saranno scoperte le ossa di Capi, un discendente di Iulo morrà per mano di consanguinei e ben presto sarà vendicato da terribili disastri dell’Italia.» Di questo episodio, perché qualcuno non lo consideri fantasioso o inventato, ha reso testimonianza Cornelio Balbo, intimo amico di Cesare. Negli ultimi giorni Cesare venne a sapere che le mandrie di cavalli che aveva consacrato, quando attraversò il Rubicone, al dio del fiume, e lasciava libere di correre, senza guardiano, si rifiutavano di nutrirsi e piangevano continuamente. Per di più, mentre faceva un sacrificio, l’aruspice Spurinna lo ammonì di «fare attenzione al pericolo che non si sarebbe protratto oltre le idi di marzo». Il giorno prima delle idi un piccolo uccello, con un ramoscello di lauro nel becco, volava verso la curia di Pompeo, quando volatili di genere diverso, levatisi dal bosco vicino, lo raggiunsero e lo fecero a pezzi sul luogo stesso. Nella notte che precedette il giorno della morte, Cesare stesso sognò di volare al di sopra delle nubi e di stringere la mano di Giove; la moglie Calpurnia sognò invece che crollava la sommità della casa e che suo marito veniva ucciso tra le sue braccia; poi, d’un tratto, le porte della camera da letto si aprirono da sole. In seguito a questi presagi, ma anche per il cattivo stato della sua salute, rimase a lungo indeciso se restare in casa e differire gli affari che si era proposto di trattare davanti al Senato; alla fine, poiché Decimo Bruto lo esortava a non privare della sua presenza i senatori accorsi in gran numero che lo stavano aspettando da un po’, verso la quinta ora uscì. Camminando, prese dalle mani di uno che gli era venuto incontro un biglietto che denunciava il complotto, ma lo mise insieme con gli altri, come se volesse leggerlo più tardi. Dopo aver fatto quindi molti sacrifici, senza ottenere presagi favorevoli, entrò in curia, passando sopra ogni scrupolo religioso, e si prese gioco di Spurinna, accusandolo di dire il falso, perché le idi erano arrivate senza danno per lui. Spurinna, però, gli rispose che erano arrivate, ma non erano ancora passate.”

(Svetonio)

" ogni volta che si avvicinano le Idi di Marzo, il mio cuore è turbato e sconvolto come non mai, testimone del forte legame con la famiglia Giulio Claudia e dei suoi momenti salienti, siano essi positivi degni di ricordo o negativi degni di dimenticanza "

❤️❤️❤️😢🌹

(Gaius Octavianus Augustus Germanicus)

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