È la mattina del 17 febbraio 1869.
Il chimico russo Dmitrij Ivanovic Mendeleev sta facendo colazione.
È atteso per una consulenza dai proprietari di un caseificio locale. Ma un problema lo assilla e non ha alcuna intenzione di uscire di casa.
Sta scrivendo un libro di testo e l'accordo con l'editore prevede due volumi.
Le cinquecento pagine del primo volume sono state appena sufficienti per descrivere i primi otto elementi.
Come fare a sintetizzare in un singolo volume tutte le informazioni principali relative ai rimanenti cinquantacinque elementi?
Sul tavolo ha davanti la convocazione che gli è stata inviata dai produttori di formaggio, sopra vi è appoggiata la tazza di caffè. Un'idea gli balena in mente e sul retro di quel foglio (oggi custodito come una reliquia al Museo Mendeleev di San Pietroburgo, con tanto di macchia di caffè) incomincia ad abbozzare uno schema, una tabella che racchiude in una pagina tutti i dati e le caratteristiche essenziali degli elementi.
Una tabella decisamente più sintetica dei due volumi che gli sono stati concessi e che, con qualche adattamento, sarebbe diventata la ben nota tavola periodica degli elementi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Dmitrij_Ivanovi%C4%8D_Mendeleev
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