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io E Dio ( P-I. )

 IO E DIO - Piero Infante

Ve vojo riccontà ‘na storia strana.

Che m’è successa propio l’artra settimana.

Camminavo pe’ r vialone davanti alla chiesa der paese

Quanno ‘na strana voja d’entrà me prese.

Sia chiaro non so mai stato un cristiano praticante

Se c’era un matrimonio, se vedevamo al ristorante

Ma me so sentito come se quarcuno,

Me dicesse: “dai entra, nu’ c’è nessuno”.

Un misto de voja e paura m’aveva preso

Ma ‘na vorta dentro, restai sorpreso

La chiesa era vota, nun c’era nessuno

La voce che ho sentito era la mia, no de quarcuno.

C’erano quattro panche e un vecchio crocifisso de nostro

Signore “Guarda te se a chiamamme è stato er Creatore

” Me gonfiai er petto e da sbruffone gridai: “So passato pè un saluto”

Quanno na voce me rispose: ”Mo sei entrato, nu fa lo scemo mettete seduto!”

Pensai: mo me giro e vado via,

Quanno quarcuno me rispose:“Nu te ne ‘nnà. Resta … famme compagnia”.

“Famo n’altra vorta, poi mi moje chi la sente: è tardi sarà già tutto apparecchiato”.

“Avvicinate nu fa lo scemo, ‘o so che nu sei sposato.

Me sentivo troppo strano, io che nun avevo mai pregato

Me sentivo pregà dar Signore der creato

“Signore dateme na prova, devo da crede

Che sete veramente Iddio che tutto vede”.

“Voi na prova? Questo nu te basta? Te sei mi fijo

E io sto qua inchiodato pe er bene che te vojo!”

“Me viè da piagne, me sento de scusamme.

Signore ve prego perdonate le mie mancanze

A sapello che c’eravate pe davero…

Venivo più spesso, ve accennevo quarche cero”.

“Ahahahahhaha ma te pensi che io sto solo qua dentro?

Io so sempre stato co te, nella gioia e nel tormento.

Te ricordi quanno eri piccolino Io,

pe te ero Gesù bambino.

Prima de coricatte la sera

Me dedicavi sempre na preghiera

Era semplice quella che po’ fa er core de un bambino,

Me facevi piagne e con le mie lacrime te bagnavo er cuscino

Poi anni de silenzio… te s’è indurito er core

Proprio verso de me, che t’ho fatto co tanto amore.

Te gridavo fijo mio sto qua,

Arza l’occhi guarda tuo papà!

Ma te niente… guardavi pe tera

E te ostinavi a famme la guera.

Poi quanno tu padre stava male

E te già pensavi ar funerale

Sul letto de morte… nelle ultime ore

T’è scappata na preghiera… “Te affido ar core der Creatore”.

Ecco perché t’ho chiamato,

Pe ditte quanto me sei mancato.

Ho cominciato a piagne dalla gioia e dar dolore…

Ho scoperto de esse amato dar Signore…

Questa è na storiella che nun ’ha niente da insegnà,

Solo che in cielo c’è un Dio che piagne se lo chiami papà! ”

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/dio-poesia


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