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GLI DEI ANTICHI - LUGH ( MITOLOGIA CELTICA )

GLI DEI ANTICHI - LUGH ( MITOLOGIA CELTICA )



introduzione

se solo  dovessimo dire una preghiera per ognuno degli dei, santoni, profeti, creature sacre etc al giorno probabilmente non basterebbero le 24 ore di cui è composto una giornata. questo perchè  talmente alto  è il  numero di questi esseri e creature che nel corso della storia l'uomo ha adorato, divinizzato etc  che il loro reale numero non credo che nessuno mai abbia davvero contato quanti essi effettivamente siano ma di sicuro son tantissimi

ognuno quando nasce viene educato a credere in tali Dei o credo , poi crescendo uno ha la capacità di scegliere in chi , cosa e perché credere, anche chi non crede in nulla e nessuno in realtà in qualcosa crede che si tratti di se stesso un genitore, parente,amico o chissà chi alla fine tutti confidano in qualcosa che alla fine rimane un mistero

potremo continuare di questo passo per molto ma lo spazio ha nostra disposizione termina qui ( e meno male ) e quindi rimandiamo 'sti ragionamenti al prossimo post della serie "gli Dei antichi "

P.S.
pare che Lugh sia stato equiparato al Mercurio della mitologia Romana' ma anche trasformato dalla religione Cristiana in San Antonio Abate , santo che lo ha sostituito in tutte le ricorrenze pagane fino ad allora festeggiate a suo nome ( Lugh ).
sembra ripetersi la mutabilità o interscambiabilità dei vari Dei di religioni diverse tra di loro ma con medesime caratteristiche

p.s. 2

di 'sto Lugh io non ne sapevo niente , praticamente non l'avevo neanche mai sentito nominare quindi per saperne qualcosa sono andato a vedere su internet , è proprio da qualcuno di questi siti che ho preso il materiale che troverete sotto , se volete approfondire l'argomento andare ad uno o più link che trovate nella sezione apposita

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LUGH 


Lúg era una divinità celtica. Era un dio sacerdotale e militare che proteggeva i mercanti, i viaggiatori e i ladri. Aveva come epiteti : Esus "migliore" (da ricollegarsi al termine optimus latino), Teutates "uomo della tribù" o "uomo del Nord", Samildanach "simpolitecnico". Eccelleva in tutte le arti e le tecniche (infatti era considerato "dio delle mille arti"); veniva spesso raffigurato con la lancia in mano, biondo e senza barba. Lúg fu anche padre di un semi-dio, Cú Chulainn, il Mastino dell'Ulster, guerriero irlandese. Quest'ultimo possedeva una forza sovrumana e una grande abilità con le armi; durante i combattimenti il Mastino dell'Ulster era preso da una follia divina che lo rendeva invincibile e gli faceva perdere completamente il controllo : la Riastartha. Cú Chulainn è considerato il più grande guerriero irlandese. Al dio della luce Lúg è dedicata la festività celtica di Lughnasadh. Inoltre, diverse località, a lui sacre, portarono il suo nome. Alcuni esempi : Lugdunum, Lione, Saint-Bertrand-de-Comminges (Lugdunum Convenarum), Leida. Dalla parola latina lux, lucis ("luce"), da cui lucus, luci ("bosco sacro"), deriva il nome della città di Lugo in Spagna. Sia la parola latina lux, lucis che il dio della luce Lúg sembrano richiamare la radice protoindoeuropea leuk ("luminosità").
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Lugh è una divinità pan-celtica cioè condivisa da tutte le tribù celtiche insediatesi in Europa: è il dio solare ma anche lo spirito del grano (una evidente sovrapposizione al precedente culto della Terra come entità femminile).

In Irlanda Lug è chiamato il Luminoso, re dei mitici Tuatha de Danann, soprannominato abile in molte tecniche. In lui si conciliano due stirpi quella dei Tuatha Dè Danaan, i figli della dea Danu, la dea della fertilità, che abitavano l’Irlanda in un tempo antichissimo prima dell’arrivo dei Celti e quella dei Fomori che erano gli abitanti autoctoni dell'isola e che furono sconfitti dai nuovi arrivati.

Possedeva uno dei quattro tesori dei Tuatha De Danann, l'Invincibile Lancia, che donava al suo possessore l'invincibilità.

Lugh fu padre di un semi-dio, Cù Chulainn), il Mastino dell'Ulster (letteralmente, il cane di Cullen), abile guerriero dalla forza sovrumana.

 
Nella miologia irlandese per spiegare la sua qualifica Samildanach, il “Multiforme Artigiano” si riferisce di un banchetto alla corte del re dei Tuatha de Danaan, in cui erano riuniti tutti i rappresentanti delle molte arti (dell’intelletto, della guerra e dell’abilità artigiana) senza alcuna esclusione, perciò nessun altro poteva più entrare. In realtà ne mancava uno che riunisse in se tutte le arti, proprio Lugh.


In Gallia era oggetto di un culto molto importante e in epoca romana si iniziò a rappresentarlo come Mercurio Lugh. Come Odino nella mitologia norrena, con il qual condivide molte caratteristiche, Lugh possedeva dei corvi profetici. Gli Allobrogi della Gallia chiamavano il corvo lug e il toponimo gallico Lugdunum (l’attuale Lione) significa “città del Corvo” o dono di Lug. Alle Calende di Agosto tutta la Gallia romana si incontrava proprio a Lione in onore dell’imperatore Augusto, per festeggiarlo come una divinità e i celti romanizzati celebravano ben volentieri una festa imperiale che esaltava la divinità di Augusto e nello stesso tempo anche il loro dio Lug, l’archetipo divino della funzione regale.

 
Lugh veniva rappresentato come un giovane accompagnato dal cinghiale, animale particolarmente sacro presso i Celti. I suoi attributo sono diventati propri di un santo cristiano diventato molto popolare: Sant’Antonio. continua

 

LA FESTA DI LUNASA

Lug, dio solare, raffigurato dal corvo e dal cinghiale, presiedeva ad una importante festa calendariale: Lughnasad, (poi diventata festa di Lammas), la gente si rallegrava di fronte al dio-sole che aveva favorito la crescita dei prodotti. La divinità femminile primordiale, emblema di una società in cui i riti della fertilità, dell’abbondanza, dell’agricoltura erano ad esclusivo appannaggio delle donne, era stata affiancata dal principio maschile.

Lugh in questo contesto diventa la divinità del grano che non muore mai perchè il grano tagliato rinasce come farina e pane.

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Lugh .

L'antico nome Lugus sembra significhi “lucentezza, illuminazione”, e, sebbene ciò sembra ricollegarsi puramente alla stagione del raccolto ( Lughnasad è la festa dedicata a Lugh ), è connesso anche a tutte le capacità della mente umana. Lugh è legato all'intelligenza, a come essa porti alla supremazia della mente sui problemi. Mentre Brigit, la Musa, procura l'energia pura necessaria per lo sforzo creativo, Lugh, l'artista perfetto, sa come forgiare tale energia. Lugh è esperto in tutte le arti, dalla poesia alla metallurgia, dall'arte della guerra alla musica. Il dio è figlio di Cian, figlio di Dian Cécht, e di Eithne, figlia dell'invincibile campione Balor, colui il cui occhio inceneriva tutto ciò su cui si posava. Lugh rappresenta la possibile riconciliazione tra Danai e Fomori (tra saggezza e forze del caos). Poiché la sua esistenza è un pericolo per Balor (secondo una profezia sarebbe stato ucciso dal nipote), appena nato viene nascosto e, come Mabon, svanisce dalla terra ed è ospitato da Manannàn Mac Lir, custode delle profondità marine, dove apprende l'arte della poesia.
Secondo la tradizione irlandese, egli è figlio di Arianrhod, la Dea Bianca, e di Gwyddyon, suo fratello. La madre irata per questa nascita non gradita getta tre geasa (divieti) sul bambino il quale non poteva:
- avere un nome finchè non gli lo avesse dato lei stessa;
- impugnare le armi finchè non fosse stata lei a dargliele;
- avere una donna umana;
tre divieti atti a escludere la sua stessa esistenza.
Il padre Gwyddyon si prende a cuore le sorti del figlio/nipote, quindi decide di aiutarlo; per fargli avere il nome si trasforma in un ciabattino e obbliga con l’inganno Arianrhod ad andare in spiaggia a provare delle scarpe, ma lì vi era anche il giovane Lugh ancora senza nome, il quale vedendo uno scricciolo appoggiarsi sull’albero della nave, scagliò una freccia che andò ad inserirsi tra osso e tendine. La madre stupita da tanta bravura esclamò: “Il Leone ( Lleu ) ha la mano ferma (Llaw Gyffes )”, che rimarrà il suo nome. Per ovviare al secondo geis, di fondamentale importanza per un celta, Gwyddyon utilizzando le sue arti magiche fece credere ad Arianrhod che il suo castello fosse sotto assedio, presa dal panico chiamò a sè i presenti dandogli le armi per la difesa; si presentò a lei anche il giovane L.L.G., così camuffato da non essere riconosciuto e ricevere anch’esso le armi. Per infrangere il terzo divieto non serviva un consenso della madre, quindi Gwyddyon con l’aiuto di un altro zio del ragazzo, Math, crearono mediante la magia una donna, la più bella che si fosse mai vista, nata da una serie di fiori, il suo nome è Blodeuwedd. Come figlio di Cian e di Eithne, una volta cresciuto, Lugh reclama il suo posto a Tara, tra i Tuatha Dé Danann. Come membro dei Danai, partecipa alle lotte contro i Fomori e alla fine distrugge l'occhio del nonno Balor. I Fomori non sono più invincibili e il raccolto è al sicuro.
La vicenda è la seguente: Balor re dei Fomori, radunò un grande esercito per invadere l’Irlanda, i tuata de Danann, consci del pericolo imminente erano radunati a Tara per festeggiare il ritorno al trono del re Nuada (che per diverse vicende aveva dovuto cedere ad altri il suo posto), ordinando al portinaio di non far entrare nessuno che non fosse eccellente in almeno un’arte.
Si presenta alla porta Lugh chiedendo di entrare; alla domanda del portinaio sul quale sia l’arte che domina egli rispose falegname; ma la risposta fu negativa in quanto vi era già un altro falegname. Lugh non si arrese e provò con fabbro, ma l’esito fu uguale; il giochino andò avanti e Lugh enunciò di essere un uomo forte, un arpista, un poeta, un eroe, un mago, un dottore, uno studioso di storia, un coppiere e un maniscalco; alla fine manda a chiedere al povero portinaio se vi fosse in sala qualcuno che possedesse tutte queste qualità. Lugh venne fatto entrare e fu messo alla prova per stabilire se fosse vero che possedeva tutte queste qualità; per dimostrarlo avrebbe dovuto superare tre prove, una per ogni manifestazione dell’Awen, ovvero Skiant ( conoscenza e saggezza), Nertz (forza e potere), Karantez (amore e produttività), manifestazioni che si esprimono nella società, sia umana che divina, come Druidi, guerrieri e artigiani. Come prima prova avrebbe dovuto giocare a fidchell, una sorta di gioco degli scacchi il cui nome significa “ la saggezza del legno”, prova in cui sconfisse lo stesso Nuada, superando così la prova relativa a Skiant/saggezza; per la seconda prova riguardante Nertz/forza se la dovette vedere direttamente con Ogma, il campione dei Danann, il quale scagliò una grossa pietra al di fuori della fortezza, ma Lugh la riprese rimettendola apposto; per la terza prova si cimentò nell’arte dell’arpista, cimentandosi in tutte e tre le arie della tradizione Bardica; sonno, tristezza e gioia, riuscendo il primo giorno a far addormentare tutti i presenti, il secondo a farli piangere ed il terzo a farli ridere gaiamente; superando così le tre prove venne dimostrato che egli era contemporaneamente un Re, un guerriero ed un druido. Nuada stesso gli lasciò il trono in modo da guidare la battaglia contro i Fomori, vietandogli però di parteciparvi in quanto era troppo importante e non si poteva permettere che potesse perire. Fu così che venne circondato da nove guardiani, ma ovviamente fu tutto inutile, utilizzando la magia si tramutò nel proprio auriga eludendo così la sorveglianza e gettandosi nella mischia, dove iniziò a girare intorno al nemico saltellando su un piede solo, con un occhio chiuso ed uno aperto intonando incantesimi. Il combattimento terminò con la vittoria dei Danann quando Lugh compì l’ultima impresa; colpì con la fionda Balor uccidendolo, esattamente ciò che la profezia aveva predetto al capo dei Fomori e per la quale tentò di uccidere il Luminoso alla nascita. Come Odino nella mitologia norrena, Lugh possedeva dei corvi profetici secondo le fonti più antiche. E di Odino condivide molte delle carattersitiche. I Romani lo associano a Mercurio (ciò si ritrova nel De bello gallico di Cesare) e ad Apollo-Febo. Lugh, dio del sole, della luce e del cielo trasmette del maschile la dimensione strutturalmente verticale Lugh, Law è l'uccello rapace, corvo o aquila, che si alza in volo verso il cielo. Lugh è anche l'eroe salvatore, colui che porta il lieto fine.
Lugh inoltre incarna il collegamento fra forze del caos - dell'ombra - e forze dell'ordine - della luce. Egli è infatti per metà appartenente ai Fomori, i quali rappresentano le forze del caos, il disordine o come forze oscure, spesso rappresentati come demoni; ma per l’altra metà è un de Danann, popolo giunto dal nord esperto nella magia, popolo di druidi saggi ed esperti nell’arte.
Il suo movimento, la spinta del maschile, è verso l'alto, verso il sole, verso l'altezza, l'ideale. La forza del fuoco alchemico, quando l'ombra, la nigredo, si fa sfavillante rubedo.

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L'archetipo maschile
Lugh, dio del sole, della luce e del cielo trasmette del maschile la dimensione strutturalmente verticale Lugh, Law è l'uccello rapace, corvo o aquila, che si alza in volo verso il cielo.
Lugh è anche l'eroe salvatore, colui che porta il lieto fine.

Della dimensione verticale del maschile, Lugh incarna il collegamento fra forze del caos - dell'ombra - e forze dell'ordine - della luce. Egli è infatti per metà appartenente ai Fomori, i quali rappresentano le forze del caos, il disordine o come forze oscure, spesso rappresentati come demoni; ma per l’altra metà è un de Danann, popolo giunto dal nord esperto nella magia, popolo di druidi saggi ed esperti nell’arte.
Il suo movimento, la spinta del maschile, è verso l'alto, verso il sole, verso l'altezza, l'ideale. La forza del fuoco alchemico, quando l'ombra, la nigredo, si fa sfavillante rubedo.

La ricerca della luce, così caratteristica dell'eroe nel suo salire verso l'alto, lo obbliga però al confronto con il rischio del volo: il trascurare troppo - o troppo presto - l'ombra, l'oscuro che viene dalla terra.
Quando Lugh riesce a superare la maledizione della madre che lo condanna a non avere sposa - che peraltro è la tipica maledizione materna: impedire al figlio di avere relazione con un 'vera' donna - e ottiene Blodeuwedd grazie all'aiuto dello zio. ella è però l'amante del signore delle tenebre. E a quest'ultimo ella rivela il momento in cui Lugh è vulnerabile, quand'egli è per così dire impigliato troppo vicino alla terra, i capelli catturati da un ramo di quercia. Tale momento corrisponde al momento di incontro con l'ombra del principio solare, cioé al solstizio d'inverno, quando il sole, più vicino alla terra, perde la sua forza.
Lugh-Llew viene quindi ferito, all'inguine, dal dio delle tenebre. La ferita archetipica del maschile, che richiama la castrazione. La ferita al luogo da dove l'energia del maschile proviene.
Llew però non cade a terra, dal momento che la quercia lo tiene sollevato per i capelli; lancia un altissimo grido e lo zio accorre, trasformandolo nell'aquila che sale nel cielo, dove la sua guarigione avviene lungo un sentiero che diverrà per questo la via lattea.

Al maschile, nel luogo del pericolo, nel momento della ferita, è necessaria una forza maschile. E due sono i maschili che salvano Llew: la quercia, la vecchia quercia, l'albero che incarna forza, potere, regalità e potenza nel collegamento fra la terra e il cielo, che gli impedisce di cadere del tutto, che gli garantisce la sopravvivenza, e la guida magico-guaritiva dello zio, il maschile che lo rende capace di alzarsi in volo per poi guarire.
Quel volo che è distacco, condizione talvolta necessaria al maschile per guarire, possibilità di una vista più ampia, dello sguardo che riconosce dall'alto le trame, ed èinsieme spinta vitale, espressione del fuoco creativo e innalzante che appartiene alla sua essenza di luce.
Ed è il suo grido altissimo a permettergli di accedere a ciò. Quando il maschile si permette il grido, allora accede alla sua forza.

Il superamento dei divieti materni porta Lugh ad incarnare i tre aspetti costitutivi dell'identità maschile: il nome, le armi e la donna. In tutti e tre gli ambiti è il maschile la risorsa per lui, l'aiuto di cui ha bisogno per conquistare se stesso. Ma è la donna, la relazione col femminile, il luogo dove si scontra con il pericolo più alto, con la ferita più profonda.
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fonti
diversi lunghi brani dell'articolo sono tratti da:


Di seguito le parole di Andrea Romanazzi, e uno dei siti da cui è tratto il suo articolo:

"Un’altra antica reminiscenza celtica , poi oscurata ancora una volta dalla religione Cristiana e’ senz’altro la figura maschile del Dio Lug! Ancora oggi , In molti paesi della Puglia, e non solo , vi e’ la tradizione di accendere , in onore di sant’ Antonio, grandi falo’ di origine pagana e in particolare celtica . Parliamo prima di Sant’Antonio ,egli fu un anacoreta egiziano del III-Iv sec. Asceta e mistico, caratteristiche che ritroveremo anche in seguito nella figura di Sant’ Isacco di Spoleto.Quando i crociati trasferirono le spoglie del Santo in occidente e in particolare ad Arles, in Francia meridionale, il suo culto si diffuse a macchia d’olio, ma proprio nella sua veloce diffusione il culto del santo si scontro’ con il culto pagano di una antica divinita’ celtica, quella del dio Lug, rappresentato come un giovane che reggeva un cinghiale, animale particolarmente sacro al “popolo della quercia”. Il dio Lug era una delle divinita’ piu’ importante dell’ ”olimpo” celtico, come dimostrato da numerosi toponimi di molte citta’ come LUGano, LUGo, Lione. Ebbene, ancora una volta, con una intensa opera di sincretismo, Sant’ Antonio fu associato e sovrapposto al culto preesistente. Secondo la storica Riemscheider gli attributi di sant’Antonio sarebbero stati proprio ripresi dal dio celtico , Sant’Antonio divenne guardiano dell’inferno come lo era Lug, dispensatore di fuoco agli uomini (e da qui la tradizione dei falo’) la chiesa, ingentili’ il cinghiale trasformandolo in un maialino con un campanello al collo dal quale il santo era sempre seguito, dicendo che era un diavolo ammansito dal santo. Del resto il cinghiale , ancora simbolo dei riti pagani delle “foreste” ben si prestava ad esempio di conversione legata al santo. Anche la campanella del maialino sarebbe un simbolo i vita e di morte, secondo la cultura celtica , infatti la campana rappresenta l’utero della dea madre, di cui Lug era figlio. Una piccola curiosita’, Sant’Antonio era il protettore dei fabbricanti di spazzole, che nell’antichita’ si facevano proprio con le setole di maiale."


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