Passa ai contenuti principali

biscotti di molto gustosi ai semi d'anice ( ANICINI )

i biscotti ai semi d'anice o ANICINI sono facilissimi da fare . chiunque abbia un minimo di praticità in cucina riuscirà a farli senza incontrare problemi si sorta

in realtà ne esistono svariate ricette ma noi ve be diamo 2 una con uova burro o margarin  etc ed una adatta anche per i sempre più numerosi Vegani

ricetta 1

ingredienti


semi d' anice - un tot ad occhio comunque parecchi

anice un tot ( un bicchiere minimo )
uova- 4
zucchero 500 gr
farina da 900 gr a 1100
lievito una bustina
margarina o burro sui 500 grammi

non obbligatoria  .- essenza all'anice


svolgimento


mettere i semi a bagno nell'anice e lasciare da parte

quindi lavorare lo zucchero con il burro ( o margarina ) una volta amalgamato i 2 ingredienti unire la farina, disporre quindi il tutto nella classica forma di " vulcano " quindi versare nel centro uova,semi di anice, anice e d il lievito, impastare il tutto aggiungendo , se il caso, farina fino a che l'impasto risulti almeno lavorabile


lasciare riposare il tutto in zona non calda , quindi iniziare a formare dei bastoncini tipo quelli degli gnocchi ma un pochino più larghi , una volta composti metterli in teglia debitamente addobbata con carta da forno


porre in forno a 170 gradi per una quindicina di minuti quindi sfornare, porre i composto cotto nel tagliere e con un coltello a lama " fina " porzionare i futuri biscotti, rimettere in forno per qualche minuto quindi sfornare definitivamente e riporre in luogo adatto


se messi in recipiente con chiusura buona se non ermetica detti biscotti arrivano dignitosamente anche oltre il mese di vita

********************************************************************* 

RICETTA 2 adatta anche a vegani

ingredienti


semi d' anice - un tot ad occhio comunque parecchi

liquore anice un tot ( un bicchiere minimo )
una bustina di lievito
180 dl di vino bianco
200 dl di olio di semi
la farina che il liquido assorbe , minimo 500 grammi
200 grammi di zucchero

svolgimento



mettere i semi di anice a mollo nell'anice liquore

- mettere olio  vino e zucchero in un contenitore , amalgamarli, unire il lievito e girare per bene il tutto 
- aggiungere i semi d' anice compreso il liquore al composto precedentemente preparato quindi unire la farina ( dapprima il mezzo kilo lavorando il tutto velocemente e  a mano,aggiungere se è il caso dell'altra farina ma senza esagerare,il composto dovrà risultare lavorabile senza che si attacchi alle dita ma morbido e non duro

lasciare riposare l'impasto coprendolo con una straccio ( che sia pulito è e comunque non lo straccio da dare in terra )


più tardi


mettere dello zucchero semolato in un contenitore paro tipo piatto, teglia o altro, servirà per inzupparci i biscotti che andrete a creare


quindi prendere piccoli parti d'impasto e lavorateli nella forma che meglio credete ad esempio formando dei cerchi una volta formati andate ad inzupparli , a vostra scelta, 
su una sola delle facce oppure su entrambe quindi mettete in teglia come al solito addobbata con carta da forno.
cuocete a 160 gradi per un 30/40 minuti , comunque finché non saranno cotti e leggermente coloriti dopodiché sfornate e mangiate etc

volendo potete inzupparli o spennellare con dello zucchero a velo diluito in pochissima acqua per poi farli asciugare in forno molto basso per pochissimo tempo oppure all'aria


ecco fatto le 2 ricette son finite ora resta solo a voi . cosa deciderete di fare  ?

************************************************************************



p.s. 

se non avete voglia, non ve la sentite etc potete sempre andare al ristorante Ulisse in quel di SEravezza ( Lucca ) lì le troverete consederando che la ricatta ce l'han spifferata proprio loro , qualora ne fossero momentaneamente sprovvisti siam sicuri che ne troverete degli altri forse non non all'anice ma comunque sempre gustosissimi

alla prossima ........


Commenti

Post popolari in questo blog

la macchina non parte causa tilt dell'immobilizer o trasponder ? provate queste 3 piccole soluzioni?

!!! aggiornamento dell'ultim'ora  !!!!! prima di ( ma anche dopo )  leggere quanto segue provate a fare una cosa che potrebbe servire ad evitare ogni altro intervento staccate i cavi del motorino d'avviamento e dategli una scartavetrata o altro in modo di rimuovere eventuali " ossidature dei contatti" quindi ricollegate il tutto provate ad avviare l'auto a volte è  proprio questo contatto malfunzionante causa della non accensione ....  altre occorre ripulire l'elettrocalamita ma già qui è richiesta maggior conoscenza e manualità " sotto la foto di un motorino d'avviamento tipo iniziamo con lo scrivere che cos’è l’immobilizer L'immobilizer o trasponder è un sistema di antifurto ormai di serie in tutte le nuove vetture che previene che il motore venga avviato senza che sia presente la chiave corretta ed evitando anche che l’auto venga avviata semplicemente “collegando i fili”.  L’immobilizer può essere disattivato solo da u

una poesia ogni quanto mi pare

  Tienimi l’ultimo posto, Dio. Quello che non dà troppo nell’occhio, in fondo alla tavola, più vicino ai camerieri che ai festeggiati. Perché non so stare con le persone importanti. Non so vincere. Non sono capace a far festa come gli altri. Tienimi l’ultimo posto, Dio. Quello che nessuno chiede. Giù, in fondo al bus sgangherato che trasporta i pendolari della misericordia ogni giorno dal peccato al perdono. Tienimi l’ultimo posto, Dio. Quello in fondo alla fila. Aspetterò il mio turno e non protesterò se qualche prepotente mi passerà davanti. Tienimi l’ultimo posto, Dio. Per me sarà perfetto perché sarai tu a sceglierlo. Sarò a mio agio. e non dovrò vergognarmi di tutti i miei errori. Sarà il mio posto. Sarà il posto di quelli come me. Di quelli che arrivano ultimi, e quasi sempre in ritardo, ma arrivano cascasse il mondo. Tienimi quel posto, Dio mio. Eric Pearlman Eric Pearlman nasce a Budapest il 22 aprile 1955 da padre tedesco e madre italiana. A causa della repressione sovietica

LA FANTOMATICA l'ultima lettera di SAN FRANCESCO a Santa Chiara

Quando Francesco morì, Frate Rufino  che restò con il Santo fino all’ultimo, consegnò a s. Chiara,  la sua bisaccia.  Quando Chiara l’aprì, all’interno c’era la sua ciotola di legno, il suo cucchiaio, alcuni semi, una penna, un piccolo vaso d’inchiostro, e poi una pergamena più volte ripiegata, tutta accartocciata.  Con le mani che le tremavano Chiara dispiegò la pergamena e decifrò le goffe lettere che Francesco aveva faticosamente vergato negli ultimi istanti della sua vita… e non potè mai più dimenticarne il contenuto! “ eccolo .. All’anima che sa leggere nella mia, e che ne comprende le gioie e i dolori, voglio confidare queste parole: all’alba della mia dipartita, al crepuscolo del sentiero che ho scelto, posso finalmente affermare, completamente in pace, che la nostra ferita, in questo mondo, non sta nè nella ricchezza nè nella povertà, ma nella nostra dipendenza da uno di questi due strati, nel fatto di immaginare che l’uno o l’altro possano offrirci gioia e li