inventato il materiale metallico più leggero del mondo
La compagnia americana Boeing, colosso dell'aeronautica e del settore aerospaziale, ha sviluppato un materiale metallico cento volte più leggero del polistirolo, capace di rimanere in equilibrio sulla cima di un delicato dente di leone. La rete polimerica, battezzata microlattice, unisce solidità e flessibilità e potrebbe servire per progettare aerei a basso consumo.
99% aria. Per realizzare il microlattice gli scienziati si sono ispirati alla struttura delle ossa, la cui particolare composizione è garanzia di durezza ed elasticità. L'ultimo prototipo, frutto di un lavoro iniziato alcuni anni fa, si presenta come una trama metallica in tre dimensioni, composta da tubi di nichel interconnessi in modo ordinato. Ciascun cilindro è cavo al suo interno e, grazie a uno spessore di 100 nanometri, risulta circa mille volte più sottile di un capello umano.
La struttura spugnosa (detta a "a celle aperte") è costituita da spazi vuoti per il 99,99% del volume totale, il che conferisce al materiale una elevata resistenza alla compressione.
Aerei più leggeri. Come spiega la ricercatrice Sophia Yang di HRL Laboratories (di proprietà Boeing) nel video in inglese qui sotto, un piccolo quantitativo di questo materiale riuscirebbe a proteggere un uovo in caduta libera dal 25esimo piano di un palazzo.
In futuro, il microlattice potrebbe essere impiegato per costruire alcune componenti strutturali degli aeroplani, riducendone il peso e di conseguenza anche il consumo di carburante.
http://www.boeing.com/innovation/
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Aerografite, il materiale che pesa meno dell’aria
Ricercatori tedeschi delle università di Kiel e di Amburgo hanno battuto un record: hanno inventato il materiale più leggero del mondo.
L’aerografite, questo il nome che gli è stato dato, pesa appena 0,2 milligrammi per centimetro cubo.
E’ 75 volte più leggera del polistirolo. E’ così leggera che è difficile utilizzarla in un normale laboratorio. Qualsiasi minimo movimento può causare spostamenti d’aria che la soffiano via, perché è anche sei volte più leggera dell’aria.
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vino - L’Italia supera la Francia, ora siamo noi i primi produttori di vino al mondo
da quest' anno ( il 2015 ) la Francia non è più numero uno nel vino. L’Italia la supera e diventa il primo produttore mondiale con una produzione stimata nel 2015 in 48,9 milioni di ettolitri. Lo annuncia la Coldiretti riferendo i dati della Commissione europea. Il sorpasso si deve anche a un calo dell’uno per cento dei raccolti in Francia dove la produzione si dovrebbe fermare a 46,6 milioni di ettolitri. Al terzo posto si trova la Spagna con 36,6 milioni di ettolitri in calo del 5 per cento.
2015 - UN ANNATA D’ORO
Il primato italiano è stato sostenuto da condizioni climatiche favorevoli che hanno garantito un’ottima maturazione delle uve tanto che in diversi territori si parla di annata storica per quantità e qualità. Coldiretti segnala anche che in Italia si produce oltre un quarto (il 28 per cento) del vino europeo. In tutta che quest’anno dovrebbe raggiungere 163, 8 milioni di ettolitri, in leggero aumento rispetto allo scorso anno.
TRA DOC E DOCG
Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 45 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), quasi il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia, e il restante a vini da tavola.
L’EXPORT RECORD
Anche le esportazioni segnano un risultato record con un incremento del 6 per cento in valore, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi 5 mesi del 2015. In Italia il vino genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita.
sotto i dati fino al 2014
2015 = .....
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novità automobili etc Dal 5 ottobre il certificato di proprietà dell’auto esisterà solo in formato digitale
Dal 5 ottobre il certificato di proprietà vienerilasciato dal Pra esclusivamente in formato digitale. Un sistema che eliminerà i rischi di furti, smarrimenti, deterioramenti e soprattutto falsificazioni. Unica parte cartacea rimarrà la ricevuta di registrazione, con su scritto il codice di accesso personale con cui il proprietario del veicolo potrà visualizzare il cdp online. Chi invece ha già il tradizionale certificato cartaceo, potrà scegliere se aspettare il cambio d’auto per passare al digitale, o richiederlo ad interim.
Il costo del certificato per il cittadino sarà sensibilmente ridotto: ogni pratica permetterà di risparmiare 39 euro (di cui 32 euro di bolli) rispetto al costo del certificato cartaceo tradizionale, che ricordiamo costava circa 100 euro.
L’annullamento di furti e, di conseguenza, denunce, si tradurrà anche in un risparmio di tempo, dei cittadini e dei pubblici ufficiali: 150mila ore (equivalenti al lavoro di 86 persone ogni anno), secondo calcoli Aci, considerando un tempo medio di 30 minuti a pratica.
Gli smarrimenti del certificato di proprietà con richiesta di duplicato sono circa 300mila ogni anno, con un esborso complessivo da 15 milioni di euro. Una cifra che potrà essere risparmiata con il passaggio al digitale: per la sola eliminazione del duplicato il Pra rinuncia a 4,5 milioni di ricavi.
Questo risparmio ha anche un aspetto di tutela ambientale, dato che il digitale azzera il consumo di circa 30 milioni di fogli di carta all’anno, l’equivalente di 9mila km (come andare da Roma a Rio de Janeiro) o di un bosco di 400 alberi.
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Il primo chip di memoria che funziona con la luce
Usare i fotoni – le particelle di luce – per manipolare, memorizzare e muovere i dati all’interno dei chip, e soppiantare l’attuale tecnologia che si basa sul passaggio di corrente elettrica, ovvero, in definitiva, di elettroni. È questa l’idea da cui sono partiti gli scienziati della University of Oxford e del Karlsruhe Institute of Technology, che hanno appena messo a punto, per la prima volta al mondo, la prima memoria ottica permanente, cioè un dispositivo che sfrutta la luce per memorizzare informazioni. Un lavoro che, stando alle parole di Valerio Pruneri, fisico dei laser all’Istitute of Photonic Sciences di Barcellona, non coinvolto nello studio, “è la grande dimostrazione di un concetto nuovo”.
Nei chip tradizionali, gli elettroni si muovono all'interno di circuiti logici in grado di manipolare i dati, circuiti di memoria che li memorizzano e connessioni metalliche che collegano i componenti. Il movimento degli elettroni genera calore che deve essere in qualche modo dissipato.
I fotoni, invece, non hanno massa, e viaggiano alla velocità della luce senza incontrare alcuna resistenza e generare calore. È per questo che i chip fotonici sono così interessanti; il problema, tuttavia, è che i dispositivi messi a punto finora potevano memorizzare dati solo finché erano alimentati.
Il chip appena presentato, invece, sembra aver superato questo ostacolo: Harish Bhaskaran e Wolfran Pernice, che hanno coordinato l’équipe di ricerca, hanno intatti utilizzato per il nuovo dispositivo fotonico il cosiddetto Gst, il materiale che compone cd e dvd riscrivibili, a base di germanio, antimonio e tellurio. Tale materiale, quando viene colpito da un impulso intenso di luce laser, cambia la propria struttura atomica e si riorganizza in un reticolo cristallino ordinato. I dati vengono memorizzati e letti, per l’appunto, misurando la luce riflessa da tale reticolo: grazie alle proprietà di questo materiale, i ricercatori sono riusciti a memorizzare permanentemente le informazioni sul dispositivo fotonico, rendendole disponibili anche dopo aver scollegato l’alimentazione. Un risultato che, secondo Bhaskaran, spiana la strada ai computer del futuro: “Se riusciremo a integrare questi chip”, conclude, “all'interno di circuiti logici e connessioni fotoniche, avremo dei dispositivi potenzialmente 50 o 100 volte più veloci rispetto ai processori attuali”.
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Portare gli esseri umani su Marte, passando per la Luna entro il 2030; è questo l’ obiettivo della Nasa.
la NASA l’agenzia spaziale americana ha appena divulgato alcuni dettagli in un rapporto di 36 pagine,
Journey to Mars: Pioneering Next Step in Space Exploration, reso pubblico pochi giorni fa sul portale della Nasa.
la prima delle tre fasi, che prevede la raccolta di informazioni e l’acquisizione del know-how necessario a esplorare il pianeta rosso, è già in corso a bordo della Stazione spaziale internazionale, la navicella orbitante che ha già ospitato i nostri Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti.
“Il viaggio per Marte”,prevede tre passi, ciascuno dei quali comprende sfide più difficili del precedente man mano che gli esseri umani si allontanano dalla Terra”.
La prima fase - chiamata" Earth Reliant exploration", è focalizzata sulla ricerca portata avanti a bordo della stazione orbitante, e comprende la validazione di tecnologie in condizioni di microgravità e il monitoraggio della salute umana in condizioni di lunga permanenza nello Spazio.
La seconda fase - chiamata " Proving Ground " , in cui l’agenzia spaziale “condurrà operazioni complesse in un ambiente spaziale, prevedendo il ritorno degli astronauti in tempi dell’ordine dei giorni”. questa fase si svolgera nei dintorni Lunari “Gli astronauti opereranno soprattutto nello spazio cislunare – la regione che circonda il nostro satellite – la Nasa valuterà le tecnologie necessarie alla vita e al lavoro degli esseri umani in un ambiente così lontano dalla Terra”.
la terza fase - è quella delle attività indipendenti dalla Terra, progettate in base all’esperienza acquisita sulla Stazione spaziale e nello spazio cislunare, che saranno eseguite nell’orbita di Marte, su una o più lune marziane e, poi, finalmente, sulla superficie del pianeta.
i rumors- i " si dice che" i "m'ha detto mio cugino" etc
pare che in tutti i casi la Nasa abbia già fatto girare da vari studi cinematografici varie versioni sull'avvenuto atterraggio con conseguenti prove di colonizzazione del pianeta Marte, in alcuni si vedrebbero anche dei Marziani e pure una flotta stellare di oscura origine nell'alto dei cieli Marziani, ai filmati sarebbero stati aggiunti fotogrammi reali girati nelle varie missioni già avvenuti e mai diffusi , sembrerebbe che in alcuni di questi si vedrebbero varie razze aliene all'opera, addirittura in uno un primo piano di un alieno che con un animale si avvicinerebbe ad una telecamera, il suo animale di compagnia afferrerebbe la stessa masticandola fino alla distruzione della stessa, di buono ci sarebbe che dal filmato gli scienzati avrebbero raccolto prove sulla costituzione degli organismi interni di 'sti animali alieni prove che allo stato attuale servurebbero a poco più di niente
La compagnia americana Boeing, colosso dell'aeronautica e del settore aerospaziale, ha sviluppato un materiale metallico cento volte più leggero del polistirolo, capace di rimanere in equilibrio sulla cima di un delicato dente di leone. La rete polimerica, battezzata microlattice, unisce solidità e flessibilità e potrebbe servire per progettare aerei a basso consumo.
99% aria. Per realizzare il microlattice gli scienziati si sono ispirati alla struttura delle ossa, la cui particolare composizione è garanzia di durezza ed elasticità. L'ultimo prototipo, frutto di un lavoro iniziato alcuni anni fa, si presenta come una trama metallica in tre dimensioni, composta da tubi di nichel interconnessi in modo ordinato. Ciascun cilindro è cavo al suo interno e, grazie a uno spessore di 100 nanometri, risulta circa mille volte più sottile di un capello umano.
La struttura spugnosa (detta a "a celle aperte") è costituita da spazi vuoti per il 99,99% del volume totale, il che conferisce al materiale una elevata resistenza alla compressione.
Aerei più leggeri. Come spiega la ricercatrice Sophia Yang di HRL Laboratories (di proprietà Boeing) nel video in inglese qui sotto, un piccolo quantitativo di questo materiale riuscirebbe a proteggere un uovo in caduta libera dal 25esimo piano di un palazzo.
In futuro, il microlattice potrebbe essere impiegato per costruire alcune componenti strutturali degli aeroplani, riducendone il peso e di conseguenza anche il consumo di carburante.
http://www.boeing.com/innovation/
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Aerografite, il materiale che pesa meno dell’aria
Ricercatori tedeschi delle università di Kiel e di Amburgo hanno battuto un record: hanno inventato il materiale più leggero del mondo.
L’aerografite, questo il nome che gli è stato dato, pesa appena 0,2 milligrammi per centimetro cubo.
E’ 75 volte più leggera del polistirolo. E’ così leggera che è difficile utilizzarla in un normale laboratorio. Qualsiasi minimo movimento può causare spostamenti d’aria che la soffiano via, perché è anche sei volte più leggera dell’aria.
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vino - L’Italia supera la Francia, ora siamo noi i primi produttori di vino al mondo
da quest' anno ( il 2015 ) la Francia non è più numero uno nel vino. L’Italia la supera e diventa il primo produttore mondiale con una produzione stimata nel 2015 in 48,9 milioni di ettolitri. Lo annuncia la Coldiretti riferendo i dati della Commissione europea. Il sorpasso si deve anche a un calo dell’uno per cento dei raccolti in Francia dove la produzione si dovrebbe fermare a 46,6 milioni di ettolitri. Al terzo posto si trova la Spagna con 36,6 milioni di ettolitri in calo del 5 per cento.
2015 - UN ANNATA D’ORO
Il primato italiano è stato sostenuto da condizioni climatiche favorevoli che hanno garantito un’ottima maturazione delle uve tanto che in diversi territori si parla di annata storica per quantità e qualità. Coldiretti segnala anche che in Italia si produce oltre un quarto (il 28 per cento) del vino europeo. In tutta che quest’anno dovrebbe raggiungere 163, 8 milioni di ettolitri, in leggero aumento rispetto allo scorso anno.
TRA DOC E DOCG
Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 45 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), quasi il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia, e il restante a vini da tavola.
L’EXPORT RECORD
Anche le esportazioni segnano un risultato record con un incremento del 6 per cento in valore, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi 5 mesi del 2015. In Italia il vino genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita.
sotto i dati fino al 2014
2015 = .....
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novità automobili etc Dal 5 ottobre il certificato di proprietà dell’auto esisterà solo in formato digitale
Dal 5 ottobre il certificato di proprietà vienerilasciato dal Pra esclusivamente in formato digitale. Un sistema che eliminerà i rischi di furti, smarrimenti, deterioramenti e soprattutto falsificazioni. Unica parte cartacea rimarrà la ricevuta di registrazione, con su scritto il codice di accesso personale con cui il proprietario del veicolo potrà visualizzare il cdp online. Chi invece ha già il tradizionale certificato cartaceo, potrà scegliere se aspettare il cambio d’auto per passare al digitale, o richiederlo ad interim.
Il costo del certificato per il cittadino sarà sensibilmente ridotto: ogni pratica permetterà di risparmiare 39 euro (di cui 32 euro di bolli) rispetto al costo del certificato cartaceo tradizionale, che ricordiamo costava circa 100 euro.
L’annullamento di furti e, di conseguenza, denunce, si tradurrà anche in un risparmio di tempo, dei cittadini e dei pubblici ufficiali: 150mila ore (equivalenti al lavoro di 86 persone ogni anno), secondo calcoli Aci, considerando un tempo medio di 30 minuti a pratica.
Gli smarrimenti del certificato di proprietà con richiesta di duplicato sono circa 300mila ogni anno, con un esborso complessivo da 15 milioni di euro. Una cifra che potrà essere risparmiata con il passaggio al digitale: per la sola eliminazione del duplicato il Pra rinuncia a 4,5 milioni di ricavi.
Questo risparmio ha anche un aspetto di tutela ambientale, dato che il digitale azzera il consumo di circa 30 milioni di fogli di carta all’anno, l’equivalente di 9mila km (come andare da Roma a Rio de Janeiro) o di un bosco di 400 alberi.
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Il primo chip di memoria che funziona con la luce
Usare i fotoni – le particelle di luce – per manipolare, memorizzare e muovere i dati all’interno dei chip, e soppiantare l’attuale tecnologia che si basa sul passaggio di corrente elettrica, ovvero, in definitiva, di elettroni. È questa l’idea da cui sono partiti gli scienziati della University of Oxford e del Karlsruhe Institute of Technology, che hanno appena messo a punto, per la prima volta al mondo, la prima memoria ottica permanente, cioè un dispositivo che sfrutta la luce per memorizzare informazioni. Un lavoro che, stando alle parole di Valerio Pruneri, fisico dei laser all’Istitute of Photonic Sciences di Barcellona, non coinvolto nello studio, “è la grande dimostrazione di un concetto nuovo”.
Nei chip tradizionali, gli elettroni si muovono all'interno di circuiti logici in grado di manipolare i dati, circuiti di memoria che li memorizzano e connessioni metalliche che collegano i componenti. Il movimento degli elettroni genera calore che deve essere in qualche modo dissipato.
I fotoni, invece, non hanno massa, e viaggiano alla velocità della luce senza incontrare alcuna resistenza e generare calore. È per questo che i chip fotonici sono così interessanti; il problema, tuttavia, è che i dispositivi messi a punto finora potevano memorizzare dati solo finché erano alimentati.
Il chip appena presentato, invece, sembra aver superato questo ostacolo: Harish Bhaskaran e Wolfran Pernice, che hanno coordinato l’équipe di ricerca, hanno intatti utilizzato per il nuovo dispositivo fotonico il cosiddetto Gst, il materiale che compone cd e dvd riscrivibili, a base di germanio, antimonio e tellurio. Tale materiale, quando viene colpito da un impulso intenso di luce laser, cambia la propria struttura atomica e si riorganizza in un reticolo cristallino ordinato. I dati vengono memorizzati e letti, per l’appunto, misurando la luce riflessa da tale reticolo: grazie alle proprietà di questo materiale, i ricercatori sono riusciti a memorizzare permanentemente le informazioni sul dispositivo fotonico, rendendole disponibili anche dopo aver scollegato l’alimentazione. Un risultato che, secondo Bhaskaran, spiana la strada ai computer del futuro: “Se riusciremo a integrare questi chip”, conclude, “all'interno di circuiti logici e connessioni fotoniche, avremo dei dispositivi potenzialmente 50 o 100 volte più veloci rispetto ai processori attuali”.
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Portare gli esseri umani su Marte, passando per la Luna entro il 2030; è questo l’ obiettivo della Nasa.
la NASA l’agenzia spaziale americana ha appena divulgato alcuni dettagli in un rapporto di 36 pagine,
Journey to Mars: Pioneering Next Step in Space Exploration, reso pubblico pochi giorni fa sul portale della Nasa.
la prima delle tre fasi, che prevede la raccolta di informazioni e l’acquisizione del know-how necessario a esplorare il pianeta rosso, è già in corso a bordo della Stazione spaziale internazionale, la navicella orbitante che ha già ospitato i nostri Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti.
La prima fase - chiamata" Earth Reliant exploration", è focalizzata sulla ricerca portata avanti a bordo della stazione orbitante, e comprende la validazione di tecnologie in condizioni di microgravità e il monitoraggio della salute umana in condizioni di lunga permanenza nello Spazio.
La seconda fase - chiamata " Proving Ground " , in cui l’agenzia spaziale “condurrà operazioni complesse in un ambiente spaziale, prevedendo il ritorno degli astronauti in tempi dell’ordine dei giorni”. questa fase si svolgera nei dintorni Lunari “Gli astronauti opereranno soprattutto nello spazio cislunare – la regione che circonda il nostro satellite – la Nasa valuterà le tecnologie necessarie alla vita e al lavoro degli esseri umani in un ambiente così lontano dalla Terra”.
la terza fase - è quella delle attività indipendenti dalla Terra, progettate in base all’esperienza acquisita sulla Stazione spaziale e nello spazio cislunare, che saranno eseguite nell’orbita di Marte, su una o più lune marziane e, poi, finalmente, sulla superficie del pianeta.
i rumors- i " si dice che" i "m'ha detto mio cugino" etc
pare che in tutti i casi la Nasa abbia già fatto girare da vari studi cinematografici varie versioni sull'avvenuto atterraggio con conseguenti prove di colonizzazione del pianeta Marte, in alcuni si vedrebbero anche dei Marziani e pure una flotta stellare di oscura origine nell'alto dei cieli Marziani, ai filmati sarebbero stati aggiunti fotogrammi reali girati nelle varie missioni già avvenuti e mai diffusi , sembrerebbe che in alcuni di questi si vedrebbero varie razze aliene all'opera, addirittura in uno un primo piano di un alieno che con un animale si avvicinerebbe ad una telecamera, il suo animale di compagnia afferrerebbe la stessa masticandola fino alla distruzione della stessa, di buono ci sarebbe che dal filmato gli scienzati avrebbero raccolto prove sulla costituzione degli organismi interni di 'sti animali alieni prove che allo stato attuale servurebbero a poco più di niente
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