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un giro per Internet - 05 Marzo 2014

Italia il bel paese è anche il paese delle belle notizie ?

E per l'Italia arriva la solita bacchettata dall'Unione Europea.


Ue: “Italia ha squilibri eccessivi, serve monitoraggio”. Paese retrocesso in serie C. Il Paese viene piazzato insieme a Croazia e Slovenia. Tra i punti critici: debito alto, la scarsa competitività e riforme insufficienti. Per questo la Commissione farà un controllo mirato sulle politiche da mettere in atto durante il Semestre europeo.

Il giudizio della Commissione europea non lascia spazio a fraintendimenti: l’Italia ha “squilibri macroeconomici eccessivi“, e per questo dovrà essere sottoposta a uno “speciale monitoraggio” da parte dell’Unione europea che farà rapporto all’Eurogruppo sulle riforme italiane, e, a giugno, “deciderà ulteriori passi”, come scrive la stessa Commissione. Che avverte: nonostante gli sforzi per raggiungere l’obiettivo di medio termine dei conti pubblici, “l’aggiustamento strutturale per il 2014 appare insufficiente”, soprattutto alla luce della “necessità di ridurre il debito ad un passo adeguato”. Tra i punti critici che soffocano il Paese vengono riportati: il debito alto e la scarsa competitività. Per questo, dopo l’analisi sullo stato di salute dei conti di 17 Paesi, la Commissione Ue retrocede l’Italia in quella fascia di stati che hanno superato la soglia di pericolo e registrano squilibri ”eccessivi”. Solo Croazia e Slovenia fanno compagnia al nostro Paese. Mentre gli altri 14 “sorvegliati”, nonostante registrino difficoltà, non vengono considerati a rischio. “L’Italia deve affrontare il livello molto alto del debito e la debole competitività esterna, entrambi radicati nella protratta lenta crescita della produttività e che richiedono politiche urgenti”, scrive la Commissione secondo cui “la necessità di azione decisiva per ridurre il rischio di effetti avversi sul funzionamento dell’economia italiana e della zona euro è particolarmente importante data la dimensione dell’economia italiana”. In particolare, prosegue l’analisi, “il debito elevato mette un grande peso sull’economia, in particolare nel contesto di cronica crescita debole e inflazione sommessa”. Resta inoltre “una sfida raggiungere e mantenere un avanzo primario molto alto – sopra la media storica – e una robusta crescita del pil per un periodo prolungato, entrambi però necessari a mettere il debito su un percorso discendente”. “Nel 2013 – conclude la Commissione – l’Italia ha fatto progressi verso il raggiungimento dell’obiettivo di medio termine (MTO), ma ciononostante l’aggiustamento strutturale per il 2014 appare insufficiente vista la necessità di ridurre il debito ad un passo adeguato”. Visti questi squilibri, “la Commissione compirà un monitoraggio specifico delle politiche raccomandate all’Italia dal Consiglio nell’ambito del Semestre europeo (l’esercizio di controllo dei bilanci nato dal rafforzamento della governance della zona euro, ndr), e farà regolari rapporti all’Eurogruppo e al Consiglio. Quest’ultima radiografia che fotografa la situazione allarmante dei conti italiani arriva a un anno di distanza dall’ultima analisi della Commissione europea. Nell’aprile del 2013 e Bruxelles avverte: “L’elevato debito resta un grave problema dell’Italia, che è sempre vulnerabile ai repentini cambiamenti dei mercati e permane quindi il rischio di contagio al resto della zona Euro, se si dovesse intensificare nuovamente la pressione sul debito italiano”. Parole identiche a quelle pronunciate, che sembrano rimaste inascoltate. L’analisi della Commissione europea arriva a pochi giorni di distanza dai dati Istat che registrano l’impennata del rapporto tra debito e Pil, che nel 2013 ha raggiunto il 132,6%, toccando il livello più alto dal 1990, anno di inizio delle serie storiche confrontabili. L’altro paese su cui sono accesi i riflettori è la Francia. Il peso del suo debito sta aumentando, e a Bruxelles si prevede che il paese non raggiungerà gli obiettivi di riduzione concordati. Gli altri livelli del debito francese potrebbero portare a turbolenze del mercato, che intaccherebbero la crescita e rischierebbero di diffondersi al resto dell’Eurozona.

fonte -  Fatto Quotidiano.it




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Debito pubblico al 132,6% del Pil. E’ record: mai così alto dal 1990.


Debito pubblico al 132,6% del Pil. E’ record: mai così alto dal 1990. Le brutte notizie riguardano anche il Pil. L'Istat fa sapere che è calato dell'1,9% nel 2013, specificando che è sceso così sotto i livelli del 2000. Rapporto deficit-Pil al 3,0%, mentre i consumi continuano a frenare.

Brutte notizie in arrivo dall’Istat, per quanto riguarda la crescita e soprattutto l’indebitamento. Il rapporto debito-Pil nel 2013 ha raggiunto il 132,6%, toccando il livello più alto dal 1990, anno di inizio delle serie storiche confrontabili. Il dato, in deciso rialzo dal 127% del 2012, è inferiore alle attese del governo, che nell’ultima nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza aveva previsto un rapporto al 133,0 per cento.. L’istituto di statistica fa inoltre sapere che il Pil è calato l’anno scorso dell’1,9%, specificando che con la caduta dell’ultimo anno il Pil è sceso leggermente sotto i livelli del 2000. L’ultima stima ufficiale del governo prevedeva un calo dell’1,7%, mentre nel 2012 si era registrato un ribasso del 2,4 per cento. Il rapporto deficit-Pil è stato pari al 3,0%, confermando i livelli dell’anno precedente. Cala infine la pressione fiscale complessiva, che nel 2013 è risultata pari al 43,8%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al 2012.

La conferma delle difficoltà in cui si trova il Paese arriva dai consumi. Nel 2013 la spesa delle famiglie è diminuita del 2,6%, dopo il crollo del 4% già registrato nel 2012. La spesa per glialimentari, in particolare, è caduta del 3,1%, quella per la sanità del 5,7% e quella per l’abbigliamento del 5,2 per cento. Giù anche le entrate della pubblica amministrazione, pari al 48,2% del Pil, diminuite nel 2013 dello 0,3% sull’anno precedente (+2,5% nel 2012). Nel dettaglio, le entrate correnti scendono dello 0,7%, attestandosi al 47,6% del Pil, e le imposte indirette calano del 3,6% a causa del calo del gettito Imu, Iva e accise. Le imposte dirette salgono invece dello 0,6%, essenzialmente per effetto dell’aumento dell’Ires e dell’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi da capitale. Per il Codacons i dati Istat su debito e Pil sono “due facce della stessa medaglia, l’uno la diretta conseguenza dell’altro”. Fino a che i governi “pensano solo a ridurre il debito aumentando le tasse“, infatti, “il Pil non può che crollare ed il rapporto debito-Pil peggiorare. Per questo l’associazione di consumatori invita il governo Renzi a concentrarsi sul denominatore del rapporto debito-Pil piuttosto che, come hanno fatto Monti e Letta, sul numeratore, altrimenti il paese non uscirà più da questa recessione. Ecco perché l’aumento della Tasi è un pessimo inizio“.

Tasi aumentata per renderla “più equa e flessibile” “Abbiamo approvato il decreto Tasi: è stato stabilito che per ciascuna tipologia di immobile vi sarà una flessibilità dello 0,8 per mille”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi al termine della riunione del Cdm, spiegando che in questo modo i sindaci potranno renderla “più equa e flessibile“. Palazzo Chigi ha poi precisato in una nota che la Tasi non è dovuta per i fabbricati della Chiesa indicati nei Patti Lateranensi (si tratta di circa 25 immobili destinati al culto ubicati a Roma) e per i terreni agricoli.
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È «Grande Bellezza» a Hollywood . Paolo Sorrentino vince l’Oscar. 

Dopo 15 anni l’Italia torna a vincere una statuetta d’oro . Il regista: «Grazie a Maradona e Fellini»
Previsioni azzeccate: La grande bellezza di Paolo Sorrentino ha vinto l’Oscar per il miglior film straniero. Dopo quindici anni, dunque, l’Italia torna a vincere. Il film che segue le peregrinazioni esistenziali del giornalista Jep Gambardella (Toni Servillo) sullo sfondo di una Roma opulenta annoiata e cafona ha conquistato quasi ogni premio: Golden Globes, Efa, Bafta. Raggiante il regista accompagnato sul palco da Servillo e dal produttore Nicola Giuliano. «Grazie alle mie fonti di ispirazione: Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese e Maradona. Grazie a Roma e a Napoli e alla mia personale grande bellezza: Daniela, Anna e Carlo» il cuore del suo discorso di ringraziamento, sciolto e spedito. A braccio, ma decisamente più articolato di quello, dominato dall’emozione, ai Golden Globes, in cui definì l’Italia «crazy country but beautiful». La grande contentezza Sorrentino la mostra anche alla stampa. «Avrò bisogno di mesi per capire cosa è successo» confessa. «Spero che l’Oscar serva da stimolo per il cinema italiano». I giornalisti americani domandano della musica, colpiti da una colonna sonora dove Raffaella Carrà passa il testimone al Kronos Quartet. «Un semplice mix di musica profana e sacra, così come Roma è capace di combinare il sacro e il profano». SIMBIOSI - Nelle foto sul red carpet la simbiosi tra il regista e il suo attore feticcio sembrava perfetta. Paolo Sorrentino e Toni Servillo alias Jep Gambardella sono arrivati al Dolby Theatre in compagnia delle mogli Daniela e Manuela e il produttore Nicola Giuliano. Le altre due socie della Indigo Film, Francesca Cima e Viola Prestieri hanno seguito la cerimonia in platea con il direttore della fotografia de La grande bellezza Luca Bigazzi. Dall’Italia è arrivato un tifo da grandi occasioni, rimbalzato sui social. Tra i primi Gabriele Muccino che già dal pomeriggio rompe la consegna della scaramanzia «Stanotte La grande bellezza vince l’Oscar». E Francesca Archibugi dà voce a molti: «Invidio Sorrentino da bucarmisi le budella, ma perché è considerato sentimento reietto quando accende la fantasia, la voglia di far meglio?». INDOTTO - La notte degli Oscar ha avuto un’onda lunghissima in Italia. A Roma sono state organizzate maratone dei film di Sorrentino, e visioni collettive della cerimonia condotta da Ellen Degeners (un bis dopo il 2007) e c’è chi si è attrezzato a offrire a turisti e fan di Sorrentino dei tour a pagamento sui luoghi del film, dal Fontanone del Gianicolo a Canale 5 trasmetterà La grande bellezza in 4 marzo in prima tv. ITALIA BATTE FRANCIA - Quella per La Grande bellezza è la statuetta per miglior film straniero numero tredici, una in più della Francia. Il primo film premiato fu Sciuscia’ di Vittorio De Sica nel 1947, che ottenne il bis con Ladri di biciclette nel 1950. Nel 1957 fu la volta di Federico Fellini con La strada e l’anno dopo lo vinse nuovamente con Le notti di Cabiria. Ancora Fellini nel 1963 con Otto e mezzo e poi ancora nel 1974 per Amarcord oltre l’Oscar alla carriera nel ‘93, poco prima della morte. Vittorio De Sica fa tris nel 1965 con Ieri, oggi e domani e poker nel ‘71 per Il giardino dei Finzi Contini. L’anno prima, 1970, Elio Petri conquista il premio per il miglior film straniero per Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Vent’anni dopo con Nuovo cinema paradiso è Giuseppe Tornatore a vincere nella categoria. Il ‘92 tocca a Gabriele Salvatores con Mediterraneo. Infine il ciclone Roberto Benigni: 1999 miglior film straniero è La vita è bella e Benigni il miglior attore. Come miglior regista Bernardo Bertolucci vince nel 1988 con L’ultimo imperatore che conquista quattro statuette. Due vincitrici nella categoria miglior attrice: Anna Magnani per La Rosa tatuata (1955) e Sophia Loren (1962) per La Ciociara che poi nel ‘91 vinse anche l’Oscar alla carriera. dal corriere della sera.it


sembra incredibile ma nonostante i sacrifici , i tagli e tutto il resto L'ITALIA continua il suo trend negativo in tutti i campi possibili e le notizie a parte l'Oscar vinto son sempre peggio la domanda finale quindi è " quando L'ITALIA , IL BEL PAESE, DIVENTERA' ANCHE IL PAESE DELLE BELLE NOTIZIE ?
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la notte degli Oscar se cercate trovate anche il momento dell'oscar a Sorrentino

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Manuela Arcuri è incinta e siccome secondo lei. qualcuno ancora non ci crede si fa fotografare e pubblica le foto che lo dimostrano in maniera evidente



ci credete ora ?

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Silvio e Francesca presto sposi ?




Secondo il quotidiano Il Golfo, Silvio Berlusconi e Francesca Pascale si sposeranno a giugno a Lacco Ameno, sull'isola d'Ischia (Napoli). Il giornale - che dà la notizia assieme alla trasmissione La Radiazza di Radio Marte - riferisce di un sopralluogo che sarebbe già stato compiuto dagli organizzatori del matrimonio. A celebrare il rito civile dovrebbe essere il senatore Domenico De Siano, coordinatore regionale di Forza Italia in Campania. Lo stesso De Siano, interpellato telefonicamente, ha risposto: ''sono tutte sciocchezze''. La scelta di Ischia, , nascerebbe proprio dal rapporto di conoscenza tra la Pascale e lo stesso De Siano. L'isola avrebbe vinto la 'competizione' rispetto alle altre possibili sedi, come Milano, Roma e Napoli. Nessuna conferma ufficiale è arrivata finora alla notizia che - riferisce il quotidiano - sarebbe trapelata da fonti vicine alla Pascale.

fonte - ANSA

 n.b.


a prescindere dal'attendibilità della notizia questo qua per un motivo o per l'altro è sempre in prima pagina

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qualche curiosità che è stata notata e che forse ha qualche base di verità tanto che quasi c'è da crederci

Le bevande calde hanno un sapore diverso a seconda del colore della tazza. 

La BBC cita una pagina su Discovery che parla di come il colore del contenitore influenzi il sapore del contenuto, facendo riferimento nel titolo a come una tazza di colore arancio (o una color crema) faccia sembrare migliore il sapore della cioccolata calda. La fonte, che Discovery omette,  è un lavoro di ricercatori spagnoli e inglesi B. Piqueras-Fiszman e C.Spence 2012 pubblicato sul Journal of Sensory Studies.

Le grinze che vengono ai polpastrelli quando teniamo le mani a bagno per molto tempo servono ad aumentare la presa.

E' quello che hanno provato alcuni ricercatori secondo quanto riferisce la stessa BBC: come scolpiture su uno pneumatico, le grinze ai polpastrelli aumentano l'aderenza della pelle su oggetti bagnati. Nell'esperimento,  uscito su Biology letters, i soggetti riuscivano a maneggiare più velocemente degli oggetti immersi in acqua con i polpastrelli raggrinziti che con i polpastrelli lisci.

L'irrequietezza motoria aiuta ad affrontare meglio lo stress (ma solo gli uomini). 

Anche qui, la fonte citata dalla BBC, cioè il Daily mail, non è delle più affidabili (dal punto di vista scientifico) tanto più che neanche loro citano la ricerca originale, che però esiste. E' questa pubblicata su Plos One da Mohiyeddini et al. nel 2013. Quanto all'irrequietezza non si tratta certamente del ballo di san Vito quanto piuttosto dell'abitudine di grattarsi o toccarsi il viso che hanno alcuni, cosa che serve, evidentemente, a controllare il livello di stress in situazioni particolari.

Le scimmie evitano (maggiormente) le persone egoiste. 

A dare la notizia è Scientific American. Le scimmie in questione sono le cappuccine e lo studio al quale si fa riferimento è apparso su Nature Communication: Cebus apella, questo il nome scientifico, preferisce il cibo quando è gli viene offerto da persone altruiste piuttosto che da persone egoiste. E' chiaro che, prima, devono vederli all'opera, per decidere chi è egoista e chi altruista.
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pro natura e pro portafoglio



Auto a metano, i consumi
A causa della crisi e dell’aumento dei carburanti, i costi di gestione sempre maggiori, la scelta di un’autovettura nuova deve per forza di cose essere valutata anche sulla base delle specifiche qualità economiche. Mai come in questo periodo è necessario optare per la scelta di una vettura che costi poco e che abbia consumi contenuti. Analizzando dettagliatamente il listino apposito del nuovo è possibile stilare una virtuale classifica concernente le auto che consumano poco e che sono in grado nel corso dell’anno di farci fare un bel risparmio in termini di denaro. Tutto questo rispetto ad una scelta più dispendiosa, che sarebbe intercorsa se avessimo scelto un’auto magari più brillante, ma con consumi elevati, difficili da sostenere in termini economici.
Tra la le auto a metano, la sfida è tutta tra l’Italia e la Germania: emergono in particolare la Seat Mii 1.0 Ecofuel Reference (la versione “spagnola” e più economica della Volkswagen up!), che costa 11.700 euro (il costo al Km0,361151 euro) e la Fiat Panda 0.9 TwinAir Turbo Natural Power Pop (13.950 euro: prezzo della vettura, costo al Km 0,360688 euro).
http://giornalemotori.it/89845/auto-che-consuma-meno-a-metano/
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