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notizie da internet - Aprile 2013

e dopo i tecnici arrivarono i saggi ........
ultimi momenti di una nazione usata come uno straccio di poco valore da chi la doveva governare

sfogo a cura di Er Trucido

siamo agli ultimi atti di una tragedia comico/drammatica - i politici non riescono a mettere da parte i propri ego e accecati dal' odio per i propri " nemici " di vedute non provano neppure a mettersi d'accordo, ognuno con le proprie inamovibili pretese continuano a lasciar sgretolare su se stessa una nazione che davvero non li merita, non li ha mai meritati ma li ha dovuti fin quasi da subito dopo la nascita della Repubblica, subire e ciò grazie anche ad un popolo cieco che s'è fatto abbindolare come un fesso per anni e anni e che ancora oggi si appoggia su persone che in qualsiasi altro campo avrebbe eliminato dalla sua vita, è un controsenso indecifrabile che trova una sola spiegazione nell'atavica propensione di un popolo intero nel comportarsi come un gregge che segue il suo pastore ed i suoi cani ben addestrati anche se il farlo  li porterà alla rovina, alla morte celebrale.

ora dopo un governo di tecnici , dopo un anno di regno anti democratico, messo su  dalla politica fregandosene completamente del parere di chi l'avrebbe dovuto eleggere e approfittando così facendo di chi la politica in essere ha eletto, siamo giunti all' esagerazione , ai tecnici un vecchio di 90 anni fuori dalla realtà storica, legato a doppio filo a mentalità arcaiche , a poteri il cui unico interesse è far girare i loro conti,  a metodi pensati  50 anni fa e largamente autodimostratisi errati come concezione e come realmente sostenibili,ha aggiunto 10 saggi , una presa di culo unica , gente presa pari, pari dalla politica più vecchia , quella degli intrallazzi , degli accordi sottobanco, delle ruberie di gruppo, colpevole tra l'altro della stillicidio economico dei un intera NAzione questo anziano signore che dice di tenere al suo paese ha eletto 10 saggi che secondo lui dovrebbero compiere il miracolo che i suoi tecnici non hanno saputo fare, dovrebbero trovare le cure ad una malattia di cui essi stessi  sono portatori sani.
è facile indovinare che alla fine apporteranno solo danni , danni da ammassare sopra gli altri già esistenti, di sicuro avranno un costo, di sicuro non concluderanno niente di buono ..

avesse quest'uomo saggio pensato al suo popolo davvero avrebbe dovuto agire molto tempo fa e non svegliarsi quando tutto era già perduto

pensando a chi si è suicidato , a chi è disperato, senza lavoro , senza niente, senza uno stato che l'aiuti anche solo moralmente ma con uno stato pronto solo a colpire chiunque sia in difficoltà vien da ragionare.m ci si pone domande..
ma se tutti i soldi dati alla politica fossero stati usati per aiutare il popolo bisognoso lo stato starebbe peggio o meglio di adesso ?
se quanto intascato dai vari tecnici fossero stati usati per scopi sociali lo stato starebbe peggio di adesso?  chi sa la risposta ce la dica magari con tanto di prove e di studi, proiezioni e quant'altro ,, poi si spera , gli Italiani, noi , agiremo di conseguenza


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DI MARCO TRAVAGLIO
ilfattoquotidiano.it

"Gol mancato, gol subìto” è una regola ferrea del calcio. Ma non solo. L’altroieri M5S aveva un rigore a porta vuota: l’ha tirato in tribuna. E, con la partecipazione straordinaria di Napolitano e Bersani, ha perso un’occasione unica di spingere l’Italia verso un po’ di futuro. Ieri le lancette della politica hanno ripreso a camminare a ritroso verso il peggiore passato. Anziché andarsene in anticipo, accelerando l’elezione del successore e la soluzione della crisi, come pure aveva saggiamente pensato, Napolitano è riuscito a farci rimpiangere di non vivere in Vaticano (di Ratzinger purtroppo ce n’è uno solo, e non è italiano). E a dare ragione a Grillo anche quando aveva torto. 

La bi-Bicamerale escogitata per dettare l’agenda a un governo che non c’è ricorda la Restaurazione del 1815, col ritorno dei “codini” in Europa dopo la fine di Napoleone e il congresso di Vienna. 

Solo che da noi la rivoluzione non c’è stata: siamo il paese della controriforma senza riforma e della restaurazione senza rivoluzione. Il paese che, quando ha le idee confuse, fa una commissione (anzi, due) per confondersele un altro po’. In un altro, la mossa del Presidente verrebbe chiamata col suo nome: golpe bianco, commissariamento della politica e degli elettori (e poi l’“antipolitico” sarebbe Grillo), con i saggi al posto dei colonnelli.

Nel paese di Pulcinella, è il tragicomico risultato delle non-dimissioni di Napolitano, seguite alla non-vittoria Pd, alla non-sconfitta Pdl, al non-statuto M5S, alla non-rinuncia di Bersani dopo il fallimento delle convergenze parallele e della non-sfiducia a 5Stelle, previa pausa di riflessione. Mentre le migliori lingue di giornalisti e giuristi fanno gli straordinari per magnificare la geniale, strepitosa, magistrale mossa del Colle, si sente persino dire che “il governo Monti è pienamente operativo” e sta per assumere “provvedimenti urgenti per l’economia”: è lo stesso che annega in acque territoriali indiane sul caso dei marò, col ministro degli Esteri che riesce a dimettersi da un esecutivo dimissionario. E il cui leader Monti è stato appena asfaltato dal 90% degli elettori. 

Dunque l’eterna Bicamerale, aperta nel ’97 da D’Alema e B. e mai davvero chiusa nonostante le apparenze, riapre trionfalmente i battenti sotto le mentite spoglie di due “gruppi di saggi”. 

C’è Onida, corazziere ad honorem per gli immani sforzi compiuti per difendere le interferenze del Quirinale nelle indagini sulla trattativa Stato-mafia e per negare l’ineleggibilità di B., dunque molto saggio. 
C’è Giovannini, il presidente Istat che fu incaricato di studiare i costi della politica, ma alla fine si arrese stremato, dunque molto saggio.
C’è Pitruzzella, già associato allo studio Schifani, dunque garante dell’Antitrust e molto saggio. 
C’è Rossi, il solito banchiere uscito dai caveau di Bankitalia, dunque molto saggio. 
C’è Violante, quello che si vantava con B. di non avergli toccato le tv e il conflitto d’interessi, dunque molto saggio. 
C’è Mauro, già Pdl, ora montiano, ma sempre Cl, dunque molto saggio. 
C’è Quagliariello, che strepitò in aula contro gli “assassini” di Eluana, dunque molto saggio.
C’è Bubbico, già indagato e prosciolto per la buona politica in Lucania, dunque molto saggio. 
C’è il leghista Giorgetti, che intascò una mazzetta da Fiorani, poi con comodo la restituì, dunque molto saggio. 

Se questi sono saggi, i fessi dove sono? 

Eppure piacciono a tutti. Anche ai 5Stelle, gli unici esclusi dalla spartizione quirinalesca, gli unici ignari della vera natura della bi-Bicamerale: una stanza degli orrori per rimettere in pista B. e patteggiare alle nostre spalle, una siringa di anestetico per infilarci la supposta dell’inciucio senza che ce ne accorgiamo. 

Scommettiamo che i saggi parleranno quasi soltanto di giustizia?

Ps. Nella distrazione generale si son dimenticati Bersani nel freezer. Qualcuno lo avverta che non è più il premier incaricato e, se possibile, lo scongeli nel microonde.

Marco Travaglio
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
31.03.2013
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A fine mese arriva la liquidazione per i parlamentari non rieletti.

Mentre il Paese va a rotoli, non si riesce ad avere un governo stabile, le famiglie non riescono ad arrivare a fine mese e il tasso di disoccupazione giovanile è arrivato a toccare quasi il 40%, la casta continua a godere di incredibili privilegi..

 Questa è la volta dei parlamentari non rieletti che, entro la fine del mese di Aprile, riceveranno la liquidazione che gli spetta di diritto: Gianfranco Fini è in Parlamento dal 1983 (29 anni), quindi la sua liquidità sarà di circa 300 mila euro. Livia Turco, che ha un’anzianità parlamentare di 26 anni, percepirà circa 216 mila euro. Roberto Maroni avrà un assegno di circa 175mila euro.

In un momento in cui il Paese attraversa una situazione di crisi nera, sarebbe stato meglio comportarsi in maniera differente e magari rifiutare parte della liquidità di fine mandato.. La classe politica deve essere rinnovata e le leggi cambiate radicalmente.
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Sfuma l’ipotesi dell’aumento Irpef, slitta il decreto sui debiti dello Stato e l’Ue chiede un esame immediato


Il ministro del Tesoro Vittorio Grilli +  Squinzi: “No a una manovra correttiva” Aumento Irpef, Fassina: “Inaccettabile”
Il Cdm rinvia il varo del decreto,si valuta la possibilità di inserire il congelamento della Tares. 
Monti telefona a Rehn: deficit sotto la soglia del 3 per cento

http://247.libero.it/focus/25158438/1/sfuma-l-ipotesi-dell-aumento-irpef-slitta-il-decreto-sui-debiti-dello-stato/
http://www.corriere.it/economia/13_aprile_03/debiti-governo-pubblica-amministrazione_0fa46a48-9c5a-11e2-aac9-bc82fb60f3c7.shtml

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Nasce il supermercato per i disoccupati: lavoro in cambio della spesa gratisdi Martina Castigliani - www.ilfattoquotidiano.it

Che cosa c’è da mangiare oggi. Le paure del nuovo millennio si chiamano fare la spesa tutti i giorni e riuscire ad arrivare alla fine del mese. L’umiliazione di offrire un piatto vuoto ai figli di ritorno da scuola è il colpo più duro per i nuovi poveri d’Italia, quasi 4 milioni nel 2013. La soluzione l’hanno trovata in Emilia Romagna, a Modena, dove il Centro Servizi per il Volontariato inaugurerà a maggio l’Emporio Portobello, un supermercato per disoccupati e famiglie in difficoltà economica. Circa 450 i nuclei vulnerabili a cui si intende offrire il servizio: scelti in collaborazione con i servizi sociali in base al quoziente Isee, le famiglie avranno a disposizione in maniera totalmente gratuita una tessera e un tot di bollini per fare la spesa nell’arco di un anno. Nessuna carità: dovranno offrire in cambio il proprio lavoro almeno una volta a settimana.
Lo racconta Angelo Morselli, presidente del Centro per il Volontariato e portavoce di un nuovo welfare dove la parola d’ordine è dignità. “L’idea ci è venuta semplicemente ascoltando i problemi dei nostri concittadini. La situazione è allarmante”. Gli ultimi dati sono quelli di Confcommercio che racconta di un paese dove, dal 2006 al 2011, la crisi ha creato 615 nuovi poveri al giorno, a fronte di un tasso di disoccupazione dell’11,7%. Così Emporio Portobello vuole dare risposta ai nuovi poveri, cercando di offrire un’ancora di salvezza. “Crediamo molto in questo progetto – dice Morselli – e vogliamo si mantenga la dimensione dell’acquisto, nessuno regala niente, ma coinvolgiamo le persone in un progetto specifico. Noi vogliamo stringere un patto con gli utenti che accoglieremo nei nostri locali. Ci sono delle condizioni e sarà fondamentale per tutte le parti rispettarle”. La prima regola è essere disposti al cambio di stile di vita. “Portobello sarà composto da tre locali: magazzino, supermercato vero e proprio e un’area di incontro con le associazioni. Intendiamo instaurare con gli utenti un vero dialogo per cercare di assisterli in questa nuova fase di vita. Cambiare lo stile di consumo sarà uno dei primi obiettivi”. E la seconda clausola del patto tra l’Emporio e il cittadino prevede un aiuto concreto: “In cambio chiediamo a chi usufruirà del servizio, di venire almeno una volta a settimana a lavorare come volontario presso la struttura. È il segno concreto che non stiamo facendo nessuna carità, ma cerchiamo di coinvolgere direttamente gli utenti nel percorso di uscita dal disagio”.
A rendere possibile e realizzabile il progetto sono le tante associazioni di volontariato attive sul territorio di Modena e, come ci tiene a sottolineare Morselli, per la prima volta anche laiche. “Siamo abituati a vedere questo tipo di progetti legati solo al mondo del volontariato cattolico, ma in questo caso ci sono anche altre realtà vicine all’associazionismo civico”. Così si va dall’Associazione Porta Aperta Modena, Insieme in quartiere per la città, Arcisolidarietà, Forum delle associazioni familiari della provincia fino all’Associazione Papa Giovanni XXIII e tante altre. Ad essere coinvolta è però tutta la cittadinanza. Sul sito: PortobelloModena.it è possibile dare il proprio contributo. Tante le modalità: si può “donare una spesa”, ovvero fare una donazione di denaro oppure le aziende possono donare direttamente prodotti d’acquisto. Infine c’è un’intensa attività di reclutamento volontari alla voce “dona il tuo tempo”: si cercano studenti o semplici cittadini che per qualche ora a settimana possono dare una mano a gestire la struttura.
“Purtroppo – conclude Morselli – il nuove welfare dovrà passare per forza dal volontariato. Per le famiglie non si tratta più di non riuscire ad arrivare alla fine del mese, ma nemmeno alla terza settimana. Se mancano i fondi e gli aiuti a livello statale, bisogna che siano i cittadini a rimboccarsi le maniche”. Un’esperienza unica: “All’inizio le nostre ambizioni erano più ridimensionate, ma siamo sommersi di richieste prima ancora di cominciare e stiamo cercando di diventare un punto di coordinamento per la nascita di altre realtà sul territorio. Grazie all’aiuto dei tanti volontari locali abbiamo deciso di accettare la sfida”.
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Beppe Grillo chiarisce: “Bersani non è meglio di Monti, è semplicemente uguale a Monti”



Grillo mette "i puntini sulle i" dopo le ultime polemiche in merito alle scelte di Giorgio Napolitano nella formazione del nuovo Governo.


continua su: http://www.fanpage.it/beppe-grillo-chiarisce-bersani-non-e-meglio-di-monti-e-semplicemente-uguale-a-monti/#ixzz2PPUyLskZ 
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ORA LO CAPITE PERCHE' BERSANI VUOLE ABOLIRE IL CONTANTE?

L'Unione Europea, approvando  il salvataggio delle banche  cipriote, aveva preteso un prelievo forzoso (rapina) sui conti correnti dei cittadini di Cipro.  Come noto, il prelievo sarebbe dovuto  essere del 6.75% sulle somme inferiori ai 100 mila euro, e di quasi il 10% su quelle superiori a tale giacenza. Secondo le notizie che si apprendono, in quella sede,  il FMI avrebbe chiesto addirittura una tassa del 40%, ma con franchigie più elevate.

Tali misure sarebbero dovute essere approvare dal Parlamento cipriota, ma la libertà ha prevalso sull'oligarchia dei banchieri e sulla tirannia europeista. Il Parlamento cipriota ha respinto al mittente la proposta della tassa rapina, riaffermando la sovranità del popolo che, troppo spesso, in questa Europa, sembra sfuggire ai suoi gerarchi. Cipro ha  avuto il coraggio di dissentire, e ha deciso che il suo popolo non debba essere vittima di un esproprio di quel genere per pagare il conto alle Banche tedesche esposte su quelle cipriote, guarda caso, per lo stesso importo del  gettito preventivato di  5, 8 miliardi di euro. In un quadro del genere, in attesa di capire come evolverà la situazione cipriota, cerchiamo di comprendere cosa potrebbe accadere in Italia se dovessero essere introdotte misure di contrasto all'utilizzo del denaro contante.
Ciò che sta accadendo a Cipro ci insegna una cosa molto semplice, ossia che il tabù  dell'inviolabilità  e del rispetto dei risparmi e dei sacrifici di una vita, almeno nel contesto dell'Europa meridionale, è stato violato, è stato abbattuto, definitivamente. A nulla possono valere eventuali rassicurazioni, smentite, o peggio, passi indietro. Le autorità europee si sono dimostrate del tutto inaffidabili. L'insegnamento che ci deriva dal caso Cipro, è che chi ha dei risparmi depositati presso qualsiasi banca dei Paesi in difficoltà, potrebbe rischiare di perderli, almeno in parte. Sarebbe perfino ingenuo pensare che l'esproprio potrebbe riguardare solo i conti correnti, poiché ogni genere di attività potrebbe essere colpita, più o meno pesantemente, anche  se con differenti livelli di difficoltà. Difficoltà certamente ovviabili, se si intende ottenere un determinato risultato, che poi sarebbe quello di rendere solvibili banche e Stati.

La linea di demarcazione tra debito e credito, di colpo, sembra  essere divenuta più sottile, pallida, quasi inesistente. E' chiaro che al debito di un soggetto, corrisponde il credito di un altro soggetto. E per rendere solvibile il debitore, non c'è nulla di più agevole che compensare posizioni a debito con quelle a credito. Ed il gioco è fatto: il debitore è stato reso solvibile e il creditore è stato espropriato. Bella l'economia di mercato, vero? Peccato che questo valga solo per le banche e per gli Stati;  non per i cittadini comuni che poi sarebbero quelli a cui l'esproprio è rivolto.
Nel contesto Italiano esiste una vulgata popolare, capeggiata da Bersani, secondo la quale, in nome della lotta all'evasione fiscale, si dovrebbe abbassare la soglia all'utilizzo del denaro contante, oppure eliminarlo del tutto.

Questo, è addirittura riproposto in uno degli otto punti che dovrebbero essere quelli  ispiratori l'azione del prossimo governo a guida Bersani (?).  Tant'è che  tra i provvedimenti  da adottare, si legge: "Misure per la tracciabilità e la fedeltà fiscale". Tradotto significa: abbassamento della soglia di utilizzo del denaro contante (o completa eliminazione). Già in diversi articoli abbiamo trattato l'argomento e qui ci limitiamo solo ad esporre alcune considerazioni. Bersani pretende che il denaro contante sia depositato in banca. Ciò significa che chi ha uno stipendio, ad esempio, dovrà riceverlo obbligatoriamente  in banca. Così come ogni sostanza contante, di cui si dispone, dovrà essere depositata in banca, e da lì spesa attraverso la moneta elettronica.

Di colpo, grazie ad un atto normativo, il cittadino verrebbe privato, oltre che di questa forma di libertà, anche dell'unica forma di dissenso a sua disposizione nei confronti del sistema bancario. Per contro, le banche verrebbero graziate in quello che per loro costituisce il vero e proprio incubo: la corsa agli sportelli. A quel punto, essendo  il denaro smaterializzato e sostituito con un algoritmo astratto e intangibile, ne deriva che se non esiste moneta contante da scambiare e da prelevare, viene meno anche il pericolo che la popolazione possa chiedere la restituzione di ciò che non esiste. E' evidente, e le banche festeggiano.

Il sistema bancario deterrebbe in deposito la maggior parte della ricchezza del paese. Deterrebbe in custodia i vostri investimenti in titoli, azioni, obbligazioni, i preziosi custoditi in cassette di sicurezza, e ora anche il denaro che, obbligatoriamente, deve essere depositato sul conto corrente. Siccome le pretese impositive dello Stato si fondano su imponibili di cui lo Stato stesso ne dovrebbe conoscere le dimensioni e la collocazione,  se ne deriva che lo Stato non potrebbe tassare ciò che non conosce, come ad esempio il denaro contante che voi custodite a casa, almeno fino a questo momento. Il pericolo è proprio quello di essere obbligati, tramite un provvedimento di legge, a privarsi dell'utilizzo del contante, per rendere la macchina coercitiva del fisco ancora più efficiente, funzionale, perfetta e micidiale.

Tra poche settimane, le banche italiane dovranno trasmettere all'anagrafe tributaria tutte le movimentazioni dei nostri conti correnti. Lo stato, con un semplice click, potrà conoscere in tempo reale ogni vostra ricchezza: sia la sua collocazione, che la  sua dimensione complessiva. Ricchezza incrementata, ovviamente,  dai depositi di denaro contante che, oltre a far aumentare la base imponibile da colpire con un'eventuale imposizione patrimoniale, offre allo Stato la garanzia del buon esito della sua pretesa tributaria.

Quindi, in questo caso, avrebbe a sua completa disposizione ogni forma di ricchezza, e potrebbe tassare, confiscare ed espropriare, ogni importo a  suo piacimento, desiderio e necessità, sia per salvare chi tale ricchezza la detiene in deposito (le banche), sia per salvare se stesso e i privilegi del manipolo di gerarchi da un eventuale bancarotta.

Anzi, questo pericolo è quantomai reale e percepibile  al punto che lo stesso Bersani  non nasconde affatto il desiderio di applicare un'imposta patrimoniale.
Volete un esempio su cosa potrebbe fare lo stato con il vostro patrimonio? Bene, basta prendere ad esempio Cipro. La cosa più semplice da fare è proprio quella di aggredire il deposito sui conti correnti. Sono sostanze disponibili e quindi per definizione idonee ad essere immediatamente trasferite, dal conto corrente alle casse dello stato. E poi se lo Stato è fortunato e a voi vi dice male, sul conto corrente potrebbe anche trovare un saldo particolarmente elevato  derivante dal mutuo che la vostra banca, magari, vi ha accreditato  qualche giorno prima per comprare la vostra casa o finanziare la vostra attività. Quindi un "extragettito" per lo Stato, una maggiore rapina per voi, su dei patrimoni a debito che dovrete rimborsare alla banca.

La cosa vi sorprende? Nel 1992, con la patrimoniale di Amato, è accaduto proprio questo. Aziende e famiglie di sono viste confiscare ricchezza su delle somme derivanti da un finanziamento concesso  dalla banca e temporaneamente depositato sul conto corrente bancario. Vi sembra giusto?
Volete un altro esempio? Eccovi serviti. Bersani, ad esempio, come dicevamo, non nasconde affatto l'idea che sarebbe favorevole ad un'imposta patrimoniale  sui grandi patrimoni, intendendo per tali, quelli oltre 1.5 milioni di euro.  A parte il fatto che egli non fornisce chiarimenti su cosa debba intendersi per patrimonio, ossia se si dovranno considerare beni immobili, mobili, investimenti, aziende ecc., come già dicevamo in un precedente articolo, il sospetto è che, quando si accorgeranno che il gettito derivante da un'imposizione patrimoniale a quei livelli sarà molto ridotto, probabilmente, abbasseranno di molto il livello di patrimonio dal quale far scattare l'imposizione al fine di aumentare la base imponibile.

Solo per citare un esempio, qualora dovesse essere tassato il patrimonio immobiliare, non è detto che il contribuente abbia disponibili gli importi per adempiere all'obbligazione tributaria. Ecco quindi che il fisco potrebbe aggredire il conto corrente dove si detengono, per obbligo normativo, anche le risorse indispensabili per il sostentamento dei propri congiunti, lasciando a pancia vuota tutta la famiglia. Ma la carrellata di casi e gli aspetti inquietanti di una simile coercizione della libertà individuale è ancora lunga, fitta, se non interminabile. Si potrebbe andare avanti per ore, ma non cambierebbe affatto il risultato.
La banca, concludendo, diverrebbe una gigantesca camera di compensazione, ossia soggetto giuridico al servizio (più di quanto lo sia oggi) dello Stato per espropriare ricchezza: ossia il presente e il futuro di liberi ed onesti cittadini.

Paolo Cardenà
20.03.2013

Link: http://www.vincitorievinti.com/2013/03/ora-lo-capite-perche-bersani-vuole.html 
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